Il vertice europeo straordinario che si è svolto ieri sull’emergenza migranti nel Mediterraneo rischia di essere l’ennesima operazione di facciata. Triton rimane una missione di pattugliamento e non di ricerca e soccorso, il regolamento di Dublino non viene toccato, e il sistema di accoglienza dei profughi in Europa sembra un miraggio. Salinari: “L’europa è chiusa, xenofoba, e questo vertice non ha fatto altro che fotografare la situazione”.
Secondo il premier Matteo Renzi l’Europa “ha fatto un grande passo avanti” e il vertice di ieri è stato “un grande successo“. Poi, smentendo se stesso, ha ammesso che “non si può obbligare alcun paese ad accogliere dei migranti, questo può essere fatto solo su base volontaria”. Basta questo per comprendere l’esito del vertice straordinario che i paesi dell’Ue hanno tenuto ieri sulla questione dei migranti nel Mediterraneo. Ancora una volta una blanda operazione di facciata, con cui vengono annunciate con toni trionfali quelle che sono a tutti gli effetti delle non risposte rispetto all’emergenza umanitaria in corso. Il commento di Amnesty International dice tutto: “Ieri a Bruxelles è stata decisa un’operazione per salvare la faccia, non le vite umane”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes, che ai nostri microfoni parla di “decisioni molto scenografiche”. Prima tra tutte, quella di triplicare i fondi per le missioni Triton e Poseidon per il 2015 e 2016. In questo modo le risorse stanziate dall’intera Europa saranno equivalenti a quelle messe in campo dalla sola Italia nel 2014 per l’operazione Mare Nostrum. Uno sforzo minimo, dunque. Ma il problema principale è un altro: la missione Triton resterà all’interno dell’ambito operativo del precedente mandato, e pertanto la sua area operativa non verrà estesa alle acque internazionali, ma sarà ancora limitata entro il raggio delle trenta miglia dalle coste europee. Non avendo messo mano ai mandati, la missione si concentrerà ancora sul controllo e il pattugliamento delle frontiere, e non sulla ricerca e il soccorso.
Tornando alle “decisioni scenografiche” di cui parlava Salinari, la parola d’ordine dei leader europei è quella della lotta agli scafisti, attraverso misure non meglio specificate per individuare e distruggere i barconi in Libia con l’avvio di una possibile operazione di carattere militare. “Viene il dubbio se si tratti di una lotta contro gli scafisti o contro i migranti – è il commento di Salinari – Ventilare operazioni militari in Libia, con bombardamenti chirurgici, fa sospettare che si tratti di una lotta ai migranti. È infatti una grossa deterrenza sapere che arrivano i droni a bombardare, con i possibili effetti collaterali di cui il caso Lo Porto è l’ultimo esempio. Si è eretto un ennesimo muro, di navi, di elicotteri – continua il presidente di Terre des Hommes – si andrà a bombardare qualche scafo, senza tenere in considerazione che i trafficanti hanno a disposizione diversi milioni di euro. È una cosa molto scenografica, che il nostro premier e gli altri leader europei stanno vendendo come un grande successo”.
Se restano indeterminate le modalità con le quali contrastare le reti di trafficanti, altre ambiguità riguardano le misure per prevenire i flussi migratori attraverso il sostegno e la cooperazione con i paesi di origine: “cosa si fa con la Tunisia, con l’Algeria, con l’Egitto? – si chiede Salinari – Non sono specificati gli aiuti da dare a questi paesi considerando che in alcuni di questi la democrazia lascia molto a desiderare”.
E una volta che i migranti hanno raggiunto le coste europee? Le conclusioni del vertice in tema di accoglienza e ricollocazione dei profughi sono quantomeno pilatesche. Viene lasciata alla volontà di ogni paese membro la scelta se e quanti migranti accogliere. Se il premier David Cameron ha già fatto sapere di non voler dare asilo a nessuno, la Francia si è detta disposta ad accogliere tra i 500 e i 700 profughi siriani (per inciso, meno di quelli che arriveranno nella sola Bologna). “Si sarebbe dovuto fare di più non solo e non tanto in termini quantitativi, ma qualitativi – sottolinea Salinari – Ad esempio non si è rimesso in discussione Dublino II, e questo creerà molti problemi a paesi come Italia e Malta e a quelle persone che da lì vorranno spostarsi in altri paesi, col rischio di finire nelle mani di altri trafficanti.
“Considerando che la maggior parte di questa gente ha diritto di chiedere asilo, l’Europa ha il dovere di darglielo”. Salinari conclude il suo commento ampliando il ragionamento sulla situazione politica attuale in Europa: “Tutto questo è stato completamente bypassato per motivi contingenti, in tutta Europa si sta configurando un comune viraggio a destra. L’Europa è chiusa, xenofoba, e questo vertice non ha fatto altro che fotografare la situazione: dentro i nostri confini non vogliamo nessuno e faremo di tutto per scoraggiare l’arrivo di migranti. Se questa Europa risponde in questa maniera, con disaccoglienza, rifiuto, esclusione, tutto quello che poi è politica interna, welfare, diritti del lavoro, scuola, sanità avrà una tonalità analoga. Questo consiglio Ue è stato veramente la cartina di tornasole di dove vuole andare l’Europa in futuro“.