All’interno dello stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei musei civici di Bologna contro il piano strategico presentato dall’Amministrazione comunale, il prossimo 13 aprile si terrà una singolare iniziativa. “Mi rivolto nella tomba – visita ribelle contro la morte della cultura a Bologna” è il titolo dell’appuntamento in Certosa, il museo monumentale della città, in cui lavoratrici e lavoratori daranno vita ad uno sciopero al contrario: lavorare in un giorno di riposo per sensibilizzare la cittadinanza sulla loro vertenza.
Lo sciopero al contrario dei lavoratori della cultura in Certosa in protesta contro il disinvestimento
I sindacati, in particolare i Cobas, hanno già elencato le criticità che hanno ravvisato nel piano strategico dei musei di Bologna, tra cui il nodo irrisolto del personale carente, ma anche l’incertezza sulle risorse della didattica e altre misure che potrebbero portare a privatizzazioni più o meno latenti.
Da quel momento lo stesso settore ha registrato un vero e proprio colpo di scena, con l’annuncio delle dimissioni, a partire da giugno, della dirigente del Settore Musei Civici Eva Degl’Innocenti, ufficialmente per motivi di carattere personale. Non è il primo addio che si registra nella cultura in città. Lo scorso luglio era stata la delegata alla Cultura Elena Di Gioia a dimettersi e al suo posto il sindaco Matteo Lepore ha nominato assessore Daniele Del Pozzo.
Quello che è stato presentato come un investimento nel settore culturale, con il primo cittadino che aveva affermato che le risorse sarebbero cresciute del 27,9%, per i sindacati, numeri alla mano, rappresenta invece un disinvestimento nella cultura, con un taglio delle risorse in appena tre anni del 33% (dai 5,72 milioni del 2025 ai 3,87 del 2027).
Lavoratrici e lavoratori, inoltre, ritengono pretestuose le motivazioni addotte dal Comune sulle mancate assunzioni del personale necessario. Secondo Palazzo D’Accursio, infatti, lo stop alle assunzioni è determinato dai vincoli nazionali. «In realtà hanno appena pubblicato il Piano del Fabbisogno del personale del Comune di Bologna – osserva ai nostri microfoni Enrico Tabellini dei Cobas – in cui si legge che il Comune potrebbe spendere per il personale oltre a 180 milioni all’anno, ma ne prevede di spendere 166 milioni nel 2025 e 164 nel 2027, bloccando il turnover di pensionamenti e le cessazioni volontarie».
Le rsu, dunque, considerano bugie quelle affermate dall’Amministrazione e sbugiardate dai suoi stessi documenti. Perciò procedono verso lo sciopero. «Diciamo “verso” perché non sarà solo uno sciopero per una vertenza su salario o personale – sottolinea Tabellini – è una mobilitazione contro la morte della cultura. Quindi vogliamo parlare con la città ed è per questo che daremo vita all’iniziativa di domenica 13 aprile alle ore 11».
Nonostante il titolo un po’ lugubre, l’iniziativa prevede che ogni museo e ogni biblioteca di Bologna scelga una tomba di uno dei personaggi che ha salvaguardato o ha accresciuto il patrimonio culturale nei secoli in città per spiegare le ragioni della protesta a cittadine e cittadini. «Questo per dire che sono in tanti oggi che si rivoltano nella tomba a vedere la situazione della cultura in città».
ASCOLTA L’INTERVISTA A ENRICO TABELLINI: