La Fiat ha richiesto la cassa integrazione strordinaria per lo stabilimento Fiat-Sata di Melfi dal prossimo 11 febbraio fino al 31 dicembre 2014. Lo stop, precisa l’azienda, riguarderà solo uno dei due binari di produzione, mentre, gli operai, a rotazione, continueranno a produrre la Punto sull’altro.
Grande preoccupazione della Fiom per la cassa integrazione chiesta oggi dalla Fiat per lo stabilimento Sata di Melfi. Lo stop riguarderà, secondo l’azienda, solo uno dei due binari di produzione e sarebbe motivato da ragioni legate alla ristrutturazione del binario. La cassa integrazione, ha annunciato l’azienda, comporterà la rotazione dei lavoratori dall’11 febbraio al 31 dicembre di quest’anno.
Molto duro il giudizio del segretario lucano della Fiom, De Nicola, che, con grande preoccupazione, rileva come ancora non sia stato presentato un piano industriale per il rilancio dello stabilimento di Melfi. Il tutto, sottolinea, nonostante le promesse fatte da Marchionne ed Elkann durante la visita dello scorso dicembre allo stabilimento.
Giorgio Airaudo, già responsabile del settore auto della Fiom, afferma che “Si tratta di una decisione attesa. Nel giorno in cui Monti è andato a festeggiare a Melfi i nuovi investimenti Fiat, era chiaro che la rinucia a produrre la Punto, in favore di nuovi SUV, avrebbe comportato il fermo, e un incremento della cassa integrazione”. “L’Italia” continua Airaudo, ” è l’unico paese al mondo con il quale la Fiat non ha sottoscritto impegni nero su bianco”.
“Forse Monti, con la visita di dicembre a Melfi, ha pensato di utilizzare l’immagine della Fiat per lanciare la sua candidatura e ora ne paga le conseguenze” conclude l’ex responsabile Fiom.
Francesco Ditaranto