L’Aipo: “Una piena ordinaria, simile a quella di maggio”. Polemica Regione-Governo. Nel bolognese molti fiumi necessitano interventi di messa in sicurezza.

La piena del Po, che tanto allarme ha creato nelle ore scorse, è sotto controllo. “Si tratta di una piena appena sopra i livelli ordinari – spiega l’ingegner Ivano Galvani dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) – con valori simili alla piena di maggio scorso”. La piena ha transitato in mattinata nel territorio piacentino e ha esondato nelle aree golenali aperte, cioè quelle più a stretto contatto con il fiume stesso.

Nessun problema per la popolazione, anche grazie alle misure preventive adottate: “Ci sono dei sistemi di allertamento in funzione dei livelli che si prevede il fiume raggiunga, grazie ai quali le protezioni civili regionali attivano i Comuni. Di conseguenza, se ci sono delle attività o delle persone nelle zone prospicenti ai livelli che il fiume può raggiungere vengono fatti degli sgomberi”. E in sicurezza sono già state messe alcune attività nel piacentino.
Per quanto riguarda i consigli alla popolazione, l’ingegner Galvani spiega che, in occasione di allerte, è opportuno informarsi e prestare attenzione se si passa vicino al Po. In ogni caso la rete di prevenzione è capillare e non sussistono rischi gravi.

La piena del Po insieme alle alluvioni liguri, però, hanno scatenato la polemica politica. Nel corso dell’Assemblea Legislativa di questa mattina, l’assessore al Territorio, Paola Gazzolo, ha polemizzato con il Ministero dell’Ambiente. “L’Emilia-Romagna aspetta oltre 51 milioni di euro per combattere il dissesto idrogeologico, ma i soldi non arriveranno”- afferma l’assessore – “Dalle dichiarazioni rilasciate ieri sera in televisione dal ministro Prestigiacomo apprendiamo che non sono stati ripristinati i fondi nazionali destinati agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”.
Fondi per oltre 50 milioni di euro che il Governo si era impegnato a versare nell’accordo di programma firmato da Regione e Governo nel novembre 2010.

Quanto alla provincia di Bologna, c’è già chi mette in guardia nel tentativo di scongiurare disastri come quelli liguri. In un’intervista al Corriere di Bologna, Ferruccio Melloni, segretario generale dell’Autorità di bacino del Reno, spiega uno per uno i punti critici.
«È a valle di Bologna che il Reno può creare, e in passato lo ha fatto, problemi. La zona a rischio va da Castel Maggiore fino a Cento, passando per Argelato, Calderara, Sala Bolognese, Pieve di Cento. Poi c’è il Cavo Napoleonico, che fa confluire l’acqua nel Po».
Oltre al Reno, problemi anche per il Navile, che “è gonfiato dalle acque di scolo: finisce lì, insieme agli scarichi, l’acqua che cade a piazza Maggiore in un giorno di pioggia». In questo caso a rischirare sono i centri di Castello e Bentivoglio, dove si sta costruendo una cassa di espansione per salvaguardare le abitazioni.
Qualche problema, infine, anche per il Lavino, che lambisce Zola Predosa.

L’esperto però precisa che nelle zone di pianura non ci si devono aspettare disastri come quelli di Genova. Ad incidere, infatti, è anche la pendenza, che dà all’acqua forza e velocità. In pianura, quindi, eventuali alluvioni sarebbero meno travolgenti.