Venerdì 31 gennaio i precari del Ministero della Giustizia assunti con il Pnrr incroceranno le braccia in tutta Italia per protestare contro il rischio di licenziamento. Nonostante i risultati raggiunti grazie al loro lavoro nel campo della digitalizzazione della pubblica amministrazione, infatti, il Ministero ha intenzione di rinnovare solo la metà del personale.
All’interno dello sciopero, a Bologna l’Unione Sindacale di Base (Usb) ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura a partire dalle 10.30, per denunciare la precarizzazione del settore e chiedere stabilizzazioni concrete.

Dopo il Pnrr il rischio licenziamento: lo sciopero dei precari della Giustizia

Nel dibattito sulla riforma della giustizia, accesosi con uno scontro su molti fronti tra il governo e la magistratura, il tema delle carenze di organico e del destino dei lavoratori precari resta in secondo piano. Nella sua recente relazione al Parlamento, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha evidenziato i progressi ottenuti grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e annunciato la stabilizzazione di 6.000 lavoratori. Una quota che rappresenta appena la metà dei lavoratori assunti, mentre altrettanti perderanno il posto.
«Ci sono persone che, dopo aver vinto il concorso, si sono trasferite, alcune hanno cambiato regione», evidenzia ai nostri microfoni Alessandro Fiorenza di Usb Pubblico Impiego.

Usb sottolinea che un settore già in grave difficoltà per la mancanza di personale rischia di privarsi di migliaia di lavoratori che, nel tempo, hanno acquisito esperienza e competenze indispensabili al funzionamento della macchina giudiziaria. La scelta del governo genera un paradosso: anziché rafforzare gli organici, viene creato un nuovo vuoto, che difficilmente verrà colmato a breve termine.
Le conseguenze di questa scelta, sottolinea il sindacato di base, ricadranno sia sui lavoratori, che vedranno sfumare il proprio impiego, sia sui cittadini, destinati a scontrarsi con un sistema giudiziario ancora più lento e congestionato.

Sono queste le ragioni dello sciopero nazionale proclamato per venerdì prossimo, 31 gennaio, da Usb. L’astensione dal lavoro riguarderà appunto a livello nazionale i precari Pnrr della Giustizia, con presidi previsti davanti alle prefetture, ai tribunali e, a Roma, nelle vicinanze del Parlamento.
L’obiettivo è ottenere un impegno concreto da parte del Governo per garantire la stabilizzazione di tutti i precari e assicurare ai cittadini una giustizia più efficiente.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO FIORENZA: