Resterà aperta fino al 13 luglio, al Museo San Domenico di Imola (in via Sacchi 4) la grande mostra retrospettiva Germano Sartelli. L’incanto della materia, che celebra i cento anni dalla nascita dell’artista imolese. Curata dal critico Claudio Spadoni e promossa da Imola Musei, l’esposizione ripercorre l’intero arco creativo di Sartelli, figura appartata ma cruciale dell’arte italiana del Novecento.
Settant’anni di lavoro racchiusi in circa settanta opere, tra collages, sculture, installazioni e materiali inusuali: legno, ragnatele, cicche, paglia, lamiera, foglie, stracci. Un vero e proprio viaggio nei “resti del mondo” che Sartelli raccoglieva, trasformava e restituiva sotto forma di poesia visiva. La sua era una pratica solitaria e radicale, lontana dai riflettori, che lo ha portato a essere accostato a grandi nomi come Burri e Dubuffet, pur mantenendo un’identità inconfondibile.
Un artista libero, pioniere dell’arteterapia negli anni Cinquanta
Nato a Imola nel 1925 e cresciuto tra le colline romagnole, Sartelli mosse i primi passi nel laboratorio dell’ebanista Gioacchino Meluzzi, prima di avviare una ricerca personale come autodidatta. Negli anni ’50 stabilì il suo atelier nella Rocca Sforzesca di Imola, dove iniziò a sperimentare con materiali poveri e di recupero. Nel 1964 fu invitato alla Biennale di Venezia, grazie all’interesse di critici come Maurizio Calvesi, Lucio Fontana e Afro Basaldella.
Ma Sartelli non fu solo scultore. Fu anche pioniere dell’arteterapia, portando l’arte all’interno dell’ospedale psichiatrico “Luigi Lolli” di Imola, in collaborazione con lo psichiatra Gastone Maccagnani. Un’esperienza avanguardistica per l’Italia di quegli anni, che trovò visibilità anche a Roma con una mostra nel 1954.
Negli anni Settanta Sartelli si ritirò nel suo eremo-atelier a Codrignano, che ribattezzò affettuosamente il “Casetto”. Circondato dalla natura, creò alcune delle sue opere più intense, in un dialogo costante tra materia e ambiente. Oggi quella casa è riconosciuta dalla Regione Emilia-Romagna come “Casa degli illustri”, parte della rete culturale regionale.
La mostra rimarrà aperta fino al 13 luglio e propone anche visite guidate ogni sabato mattina, oltre a laboratori per adulti e bambini.
Gli orari della mostra sono: venerdì 15–19; sabato e domenica 10–13 / 15–19. Per informazioni lasciamo il numero 0542.602609 e rimandiamo al sito di Imola Musei.