Si svolge oggi a Parigi il vertice chiamato dal presidente francese Emmanuel Macron per reagire alle mosse di Donald Trump in merito alla guerra in Ucraina. Il presidente statunitense sta estromettendo l’Europa dal tavolo delle trattative per arrivare a un cessate il fuoco nel conflitto tra Kiev e Mosca e per trovare una soluzione che porti alla fine della guerra.
Si tratta dell’ennesima manifestazione dell’ostilità di Trump nei confronti del Vecchio Continente che, dopo essersi esposto con l’invio di armi in Ucraina e aver pagato le conseguenze del conflitto, in particolare con la crisi speculativa energetica, ora si troverebbe tagliato fuori dal tavolo negoziale.

La guerra in Ucraina, la strategia di Trump e l’Europa col cerino in mano

Tra le novità della strategia trumpiana sottolineate ai nostri microfoni da Francesco Strazzari, docente di Relazioni Internazionali alla Scuola Sant’Anna di Pisa, c’è l’aver anticipato al presidente russo Vladimir Putin quali sono le rivendicazioni di Mosca che gli Stati Uniti sono disposte ad accettare e che includono la cessione delle regioni russofone al Cremlino e una tutela del governo di Kiev.
«Il tentativo di Trump è più ampio – sottolinea Strazzari – ed è anche quello di eliminare l’Europa come attore politico, facendo capire che nel nuovo ordine che viene disegnato non c’è posto per una entità più grande dei singoli Stati».

Il contesto europeo che Trump sta sfruttando, del resto, è quello che vede la Francia in difficoltà a causa di una crisi politica interna che ha portato il Paese ad avere un governo traballante e di destra nonostante le elezioni fossero state vinte dalla sinistra. Analogamente la Germania si avvia alle elezioni anticipate con la cavalcata dell’estrema destra neozasista dell’Afd che è pronta a banchettare.
Ad aggiungersi al quadro ci sono il Regno Unito, fuori dall’Europa e con uno storico rapporto stretto con gli Stati Uniti, e l’Italia di Meloni, affine ai valori e all’idea di società che la destra americana di Donald Trump sta rappresentando.

L’Europa, insomma, sta scontando la propria subalternità e la mancanza di una linea propria, anche in relazione alla guerra in Ucraina. «L’Europa paga soprattutto la fine del concetto politico di alleanza – osserva il docente – poiché gli Stati Uniti hanno deciso di giocare un’altra partita, che è una partita allo scasso istituzionale. Sono diversi piani che si sommano, ma quello più importante è l’essere causa di se stessa, cioè l’incapacità fino a oggi di darsi un ordine politico che sia sostenuto da una capacità di azione internazionale».

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