Associazione Orlando e Centro Documentazione delle Donne esprimono simpatia e solidarietà a Federica Salsi: “Una vicenda disgustosa”. E chiedono visibilità anche per la candidata alle primarie del Pd Laura Puppato: “Su di lei chador mediatico”.

Le donne dell’Associazione Orlando e del Centro di Documentazione di Bologna esprimono simpatia e solidarietà a Federica Salsi, consigliera del M5S, “vittima di una cultura politica e di un linguaggio barbaro e primitivo”. E incoraggiano la consigliera ad andare avanti in modo “libero e autonomo”.
È così che le donne di Bologna intervengono sul caso Salsi, dopo che la consigliera bolognese è stata attaccata, per la sua partecipazione tv, da Beppe Grillo con espressioni sessiste e dopo che ieri pomeriggio, durante il Consiglio comunale di Bologna, i suoi colleghi Massimo Bugani e Marco Piazza, l’hanno lasciata letteralmente sola, alzandosi con un gesto plateale dai banchi di Palazzo D’Accursio.

Le donne dell’associazione Orlando e del Centro Documentazione speravano di non dover assistere più ad attacchi che attengono alla sessualità, figli di una cultura vecchia e patriarcale, e sostengono che se si fosse trattato di un uomo, le argomentazioni utilizzate non avrebbero riguardato la sfera sessuale. “Altre volte Grillo ha sanzionato esponenti del movimento – osserva Annamaria Tagliavini, direttrice della Biblioteca delle Donne – ma mai gli argomenti sono stati così disgustosi. Noi sosteniamo tutte le donne, di qualsiasi schieramento, che fanno politica in modo libero e autonomo”.

Allargando il discorso al ruolo riservato alle donne in politica, le donne bolognesi non possono fare a meno di notare lo “chador mediatico” che è calato su Laura Puppato, candidata alle primarie del Pd, di cui nessuno parla. “Abbiamo anche raccolto le firme per consentirle di partecipare alla competizione – osserva Tagliavini – ma i giornali e le tv si concentrano solo su Bersani e Renzi”.
Per combattere l’oscurantismo di genere, però, le donne tentano altre strade: “La Puppato è molto popolare sui social network, quindi la politica può seguire anche altri canali, come del resto ci ha insegnato il Movimento a 5 Stelle.