Si intitola “L’Argentina non si vende” (Prospero editore) il libro scritto a quattro mani da Andrea Cegna e Piero Maderna che racconta la resistenza sociale all’anarco capitalismo del presidente Javier Milei. Un libro necessario per comprendere il Paese, come è possibile che proprio Milei abbia preso il potere e quali sono le forme di resistenza, indigene o femministe, in atto.
Il tutto scritto con uno stile misto, dal diario di viaggio alla contestualizzazione, dall’intervista al reportage. Ma allo stesso tempo è anche un libro turistico e solidale.
Il diario di viaggio nell’Argentina che resiste a Milei: “L’Argentina non si vende”
Ai nostri microfoni uno degli autori, Andrea Cegna, racconta la genesi del libro. «Riccardo di Prospero editore ha saputo che avrei dovuto fare un viaggio in Argentina per gli ascoltatori e le ascoltatrici di Radio Popolare – spiega il giornalista – e mi ha chiesto di fare un libro di viaggio. Io ho accettato con entusiasmo, ma mi sono accorto che non lo sapevo fare. Così mi sono rivolto a Piero Maderna, che è un ingegnere con la passione di raccontare i viaggi che fa».
Da questi due tipi di competenze diverse, quindi, è nato “L’Argentina non si vende”, che è sia un libro turistico e solidale tra Buenos Aires, Patagonia e Iguazù, ma anche un libro d’inchiesta dal sud al nord dell’Argentina, ricercando da un lato i motivi della vittoria di una destra populista e mostrando dall’altro come una parte del Paese resista e si organizzi per bloccare le violente politiche del neo-presidente e dell’élite che lo sostiene.

A chi è rivolto quindi il libro? «È un libro per chi ama i viaggi e vuole scoprire mondi diversi – spiega Cegna – ma è anche un libro per chi ama l’Argentina ma non la conosce così a fondo ed ha delle domande sul perché Milei abbia vinto le elezioni».
Il lessico del libro permette a chiunque di immergersi subito nel tema ed esplorare anche le peculiarità dell’Argentina, come la sua storia Mapuche o la grandezza del movimento femminista. «È una narrazione immediata – conclude Cegna – che però può aiutare anche a capire i processi argentini, così come quelli che possono essere simili americani o italiani».
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA CEGNA: