A qualche ora dall’inizio del vertice della Nato a Washington, dove si discuterà soprattutto di Ucraina e l’Europa cercherà rassicurazioni negli Stati Uniti a rischio di un cambio di leadership, un appello di ex militari ed esponenti politici della Nato mette in guardia contro l’escalation nucleare e suggerisce invece la strada del disarmo.
A diffondere l’appello è l’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican) di cui fa parte anche la Rete Italiana Pace e Disarmo.
Contro l’escalation nucleare un appello di ex militari e politici della Nato
Lo scorso 7 luglio cadeva il settimo anniversario dell’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) ma, in vista del 75° vertice della Nato, l’alleanza militare sembra andare nella direzione opposta.
Secondo i dati diffusi pochi giorni fa sempre dall’Ican, le nove potenze nucleare del mondo hanno speso in appena un anno 91 miliardi di dollari per rinnovare gli arsenali nucleari e il rischio di esclation è dietro l’angolo, in particolare con la Russia.
Un esempio viene spiegato bene dai firmatari dell’appello: «Nell’ultimo anno la Nato ha raddoppiato il proprio impegno in materia di armi nucleari con gli Stati Uniti che hanno introdotto una nuova bomba nucleare più potente (la B61-12) e un nuovo cacciabombardiere stealth con capacità nucleare (l’F35A) nei paesi che attualmente ospitano armi americane, Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia (anche se quest’ultima deve ancora ricevere l’F35). Ci sono anche segnali che gli Stati Uniti potrebbero essere sul punto di restituire queste armi a una delle loro basi nel Regno Unito. La Russia ha utilizzato questo come giustificazione per schierare armi nucleari verso il suo alleato e vicino Bielorussia, che confina con Lettonia, Lituania e Polonia, membri della Nato. Un autogol per la Nato, dato che le armi americane in Europa servono a ben poco scopo militare pratico».
Tra i firmatari dell’appello troviamo militari ed esponenti politici di Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna, la Norvegia, la Slovenia e il Belgio.
Gli ex leader affermano che la vera sicurezza può essere trovata solo eliminando la minaccia nucleare: «sarebbe un grave errore per i leader della Nato concludere che le armi nucleari sono più importanti che mai per la difesa dell’Europa».
Nella dichiarazione si afferma che l’attuale approccio della Nato, che si definisce un’alleanza nucleare, si basa su una strategia di deterrenza ormai superata e costituisce un ostacolo al suo obiettivo di creare un «ambiente di sicurezza per un mondo senza armi nucleari». Per questo viene chiesto di attenuare le tensioni nucleari con la Russia rimuovendo le armi nucleari americane dispiegate in Europa, in quanto non necessarie e con scarso valore militare pratico, esortando invece gli Stati Uniti e la Russia a impegnarsi in un processo di disarmo trasparente e reciproco.
Quanto all’Ucraina, ai nostri microfoni Lisa Clark della Rete Italia Pace e Disarmo sottolinea che in tutte le posizioni internazionali in campo tutto porta alla soluzione militare. «Non c’è più nessuno che parla di una soluzione diplomatica – sottolinea la pacifista – Lo fa Putin in modo provocatorio, mentre dovremmo fare da questa parte la proposta».
La situazione che sta affrontando il mondo in questo periodo è da considerarsi gravissima, al pari di quella del 1945, quando fu utilizzata per la prima volta un’arma nucleare. «È ancora più grave della crisi dei missili di Cuba del 1962», sottolinea Clark.
ASCOLTA L’INTERVISTA A LISA CLARK: