Da un lato l’approvazione di un piano di evacuazione nella malaugurata ipotesi che per la torre crolli, dall’altro la reiterazione delle accuse della destra nei confronti dell’Amministrazione comunale sui ritardi nel monitoraggio. Fino ai ciclisti che prendono parola per chiedere una nuova mobilità sulle due ruote che tenga conto delle modifiche al traffico determinate dal cantiere.
La Garisenda continua a fare discutere, a preoccupare e a dividere la città di Bologna.
Garisenda, la destra: «C’è un buco nei dati del monitoraggio»
Dopo le tensioni col viceministro Galeazzo Bignami e col ministro Gennaro Sangiuliano, il Comune torna ad essere accusato da Fratelli d’Italia di aver trascurato per troppo tempo la salute della Garisenda. I meloniani in Consiglio comunale sostengono che dal 2018 ad oggi c’è un buco nei dati sul monitoraggio della torre.
«Il 30 novembre 2022 abbiamo presentato un’interrogazione per avere i dati del Comitato tecnico scientifico e del DICAM, Dipartimento dell’Università di Bologna coinvolto fino a poc’anzi – ha spiegato il capogruppo di Fdi in Consiglio comunale, Stefano Cavedagna – Abbiamo ricevuto documentazione che si ferma al 2018. Pertanto abbiamo sufficiente modo di poter dire che c’è un buco in queste rilevazioni».
I casi per la mancanza di dati possono essere solo due. «O non ci vengono forniti, e ciò sarebbe molto grave perché sarebbe un’omissione di risposta a quella che è la prerogativa dei consiglieri comunali e in quel caso andremo dal Prefetto a fare un esposto – continua Cavedagna – Qualora non fosse così sarebbe paradossalmente peggio, perché vuol dire che dal 2018 ad oggi non ci sono dati circa lo stato della Garisenda».
Secondo quanto riferito da Fratelli d’Italia, inoltre, il dato sull’inclinazione della torre rispetto al basamento è risalente al 2011, ancora prima che ci fosse il terremoto in Emilia.
ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO CAVEDAGNA:
Il piano di evacuazione in caso di crollo della Garisenda
È stato lo stesso sindaco Matteo Lepore ad informare che prima di dicembre aprirà il cantiere e diventerà operativo un piano di evacuazione per la Garisenda. Dopo il confronto tecnico, infatti, ieri è stato approvato dalla giunta comunale il piano della protezione civile che include la messa in sicurezza nell’area delle Due Torri attraverso l’istallazione di strutture stabilizzanti. I tecnici hanno anche calcolato una massima area di impatto attorno ai monumenti storici dove abitano 459 residenti, di cui 46 sotto i 10 anni e 14 persone seguite dai servizi sociali.
Da lunedì prossimo inizierà il censimento da parte delle forze dell’ordine e dei volontari della protezione civile, che citofoneranno ai residenti nel raggio di 100 metri della torre per capire anche il loro stato fisico in vista di una eventuale evacuazione. Le misure previste, ha osservato Lepore per non creare allarme, sono «del tutto precauzionali e transitorie».
Il piano prevede diversi livelli di allerta, dalla gialla «che è una fase di attenzione nella quale siamo ora», ha spiegato il primo cittadino, fino alla rossa, che prevede l’evacuazione precauzionale di tutti i residenti e di coloro che lavorano nella zona.
Per la consulta la mobilità ciclistica in centro va ripensata
Alla luce delle modifiche alla mobilità del centro storico determinate dai cantieri per la Garisenda, la Consulta della Bicicletta di Bologna ravvisa la necessità di ripensare l’accessibilità ciclabile e della mobilità sostenibile. Le proposte di modifica della viabilità in favore delle due ruote vengono sintetizzate dal presidente della Consulta, Fabio Bettani.
«Proponiamo di tutelare il più possibile quelli che sono diventati i nuovi itinerari portanti del trasporto pubblico, via Farini e via Irnerio che oggi sono strade trafficatissime – spiega Bettani – In via Farini fino a 10 anni fa era presente una preferenziale che chiediamo di ripristinare e chiediamo che via Irnerio venga inclusa nella ztl del centro storico».
Oltre a ciò, i rappresentanti dei ciclisti bolognesi chiedono la generalizzazione dei doppi sensi ciclabili e un piano di nuove rastrelliere per le biciclette di almeno 2500 unità.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FABIO BETTANI: