Si è aperto un confronto all’interno della maggioranza del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna: il dibattito è incentrato sul progetto per una nuova seggiovia a Lizzano di Belvedere (BO), inizialmente previsto come la riqualificazione di un impianto già esistente, ma che sembra invece risultare un lavoro totalmente nuovo.
La decisione presa dalla giunta Bonaccini ha scatenato diverse reazioni, in primis quella del ComitatoUn altro Appennino è possibile” − un insieme di associazioni che nasce in difesa del Corno alle Scale e di tutto il crinale montuoso e formato, tra gli altri, dal CAI, dal WWF, da Legambiente ER e dalle Sardine − e poi dal gruppo dei Verdi, che ha presentato un’interrogazione in Assemblea legislativa.

I Verdi sul piede di guerra per la seggiovia in un’area protetta

La decisione per i lavori di questa seggiovia è conseguenza di un accordo sottoscritto a novembre 2017 tra l’ufficio dello Sport del Consiglio dei ministri e le regioni Toscana ed Emilia-Romagna, per poi essere approvato dalla nostra giunta un anno dopo. Il piano preliminare consta di un progetto per rendere più moderni e sicuri gli impianti di Polla-Lago Scaffaiolo e che, secondo l’assessore al Turismo Andrea Corsini, saranno alla base del turismo sostenibile della Regione.

Intervenuto in occasione di un video-incontro il 3 maggio con alcuni rappresentanti del comitato e con il sindaco di Lizzano, Sergio Polmonari, Corsini ha dichiarato come il progetto sia necessario per dare un impulso non solo al turismo invernale, ma anche alle attività outdoor praticabili tutto l’anno, assicurando infine che si tratta di un intervento a basso impatto ambientale.
L’incontro, promosso dalla stessa giunta a fini informativi, ha illustrato il piano di lavoro della nuova seggiovia quadriposto che collegherà Polla a Lago Scaffaiolo, in un corridoio individuato tra i vecchi impianti “Direttissima” e “Cupolino”, che verrebbero rimossi, e interesseranno l’area protetta del Parco regionale del Corno alle Scale, cosa che aveva causato la reazione di Un altro Appennino è possibile.

Questo perché il tracciato attraverserebbe due parchi naturali, quattro habitat di interesse comunitario, oltre a nodi ecologici complessi e valli nascoste che permettono la maggiore biodiversità della Regione, causando un danno permanente e non recuperabile in un ambiente unico. Ciò aveva portato a marzo il comitato a presentare una campagna di crowdfunding per il ricorso al TAR e la realizzazione di una vera e propria Valutazione di Impatto Ambientale, denominata “Questa è la VIA!”, cosa che la Regione non ha mai fatto, limitandosi a un semplice screening preliminare.

Ad aumentare le difficoltà per le intenzioni della Giunta, che vuole procedere nelle sue intenzioni fino in fondo, c’è la possibile spaccatura interna all’Assemblea legislativa, con i Verdi che si oppongono in modo assoluto alla realizzazione dell’impianto. «Non è una riqualificazione di un impianto esistente, lo dimostrano le immagini del rendering del progetto», spiega la capogruppo dei Verdi, Silvia Zamboni, la quale lamenta che la decisione di non sottoporlo al VIA è dettata proprio da questa motivazione, che però, per l’interessamento del Corno alle Scale, è inconsistente.

«Il decreto legislativo 152/06 prevede che la Valutazione sia fatta per tutti i progetti che ricadono, anche parzialmente, in aree naturali protette» continua Zamboni, dichiarando che lo sviluppo sostenibile del turismo è possibile solo con la tutela dell’ambiente, e non con la realizzazione di opere di impatto rilevante, «attraverso un’interrogazione chiederemo alla giunta perché non si procede alla VIA, quando è ovvio che non è un ammodernamento bensì un nuovo impianto».

Luca Meneghini

ASCOLTA LE PAROLE DI SILVIA ZAMBONI: