Voler fare lo scrittore, ma essere costretti a lavorare in un magazzino di bricolage per sbarcare il lunario. Nascere in una famiglia economicamente modesta e non ricevere in eredità una casa o una patrimonio che consentano di fare una scelta di vita veramente libera. Sentirsi insegnare la vita da figli dell’alta borghesia che assumono pose progressiste. Innamorarsi, per ironia del destino, di una ragazza di questo ceto e non trovare un linguaggio comune proprio a causa della diversità di prospettive.
Sono solo alcuni dei temi che vive sulla propria pelle Andrea Costa, omonimo del deputato socialista imolese, ma più prosaicamente un ragazzo bolognese nato e cresciuto in periferia, che cerca un senso alla sua vita, alle aspettative che su di essa nutre in una discrasia che gli procura infelicità.
“Con rabbia e con amore”, il romanzo working class di Bebo Guidetti
Si chiama proprio Andrea Costa il protagonista, che parla in prima persona, del primo romanzo da solista di Alberto “Bebo” Guidetti, “Con rabbia e con amore”, uscito in libreria lo scorso 29 aprile ed edito da Sem.
Bebo presenterà il suo lavoro a Bologna mercoledì prossimo, 7 maggio, alle 18.30, nella Sala Contiero della Comunità San Sigismondo, in via San Sigsmondo 7.
Un romanzo working class che viene definito un “manifesto di guerriglia esistenziale” anche e soprattutto per il fatto che il lettore o la lettrice vengono proiettati direttamente nella testa del protagonista, senza velleità sociologiche o saggistiche che talora fanno capolino nelle opere che parlano della classe lavoratrice.

Dopo aver raggiunto la notorietà come musicista de Lo Stato Sociale e dopo aver praticato la letteratura in opere collettive, in particolare con Alberto Cazzola, come ad esempio “Il movimento è fermo” (Edizioni Bur, 2017), Bebo Guidetti guarda indietro, in particolare alla propria biografia di uomo appartenente alla working class, tema che anche in musica ha sempre tenuto a sottolineare. Al punto che Andrea Costa assomiglia tantissimo all’autore, anche se può dirlo solo chi lo conosce da vicino. Il luogo di provenienza, la professione dei genitori, le modalità di relazioni con gli amici, con un lessico schietto e ironico tipico dei regaz bolognesi, e altri elementi fanno immergere nell’atmosfera autentica che si respira a queste latitudini. O forse che si respirava.
Sì, perché una delle protagoniste di “Con rabbia e con amore” è la città di Bologna, che Guidetti spoglia spietatamente da tutte le retoriche e le autonarrazioni che costituiscono ancora un elemento di attrazione dall’esterno. Non solo: la fotografia che emerge dal romanzo include benissimo le trasformazioni degli ultimi decenni della città, il cui centro è stato trasformato in una vetrina per turisti e in un taglierificio, mentre nelle periferie venivano chiusi biblioteche e negozi di prossimità per far spazio ai centri commerciali, unico spazio, ovviamente votato al consumo, per chi vive nei quartieri residenziali fuori dal centro storico.
Problemi che, precisa l’autore ai nostri microfoni, in realtà non riguardano solo il capoluogo emiliano, ma tutte le città dalle medie dimensioni in su.
Il rapporto tra centro e periferia è proprio quello che incarna la dimensione di classe, al punto che il protagonista nutre rabbia, che è qualcosa di molto simile all’odio di classe, per la ztl e i suoi abitanti e le possibilità cui loro, a differenza sua, hanno accesso. Inevitabilmente l’amore per Claudia, una ragazza appartenente a quel mondo, lo manda in crisi.
Nel romanzo di Bebo, proprio per la scelta stilistica dell’introspezione, c’è anche tanta intersezionalità. Accanto al lavoro e a come questo determini le scelte di vita e fagociti le energie, ci sono anche questioni che riguardano l’educazione emotiva e sentimentale, anche di genere, e ci sono le relazioni con la famiglia biologica e quella di elezioni, cioè gli amici.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALBERTO BEBO GUIDETTI: