In Emilia-Romagna gli utenti dei servizi di neuropsichiatria infantile presi in carico sono passati dai 38.061 del 2010 ai 64.895 del 2023 (+170%). Tra gli adolescenti crescono i disturbi alimentari (9.133 casi registrati nel 2023, pari al +483%) e i ricoveri psichiatrici (da 289 nel 2010 a 748 nel 2023, +258%). Con tanti, troppi ragazzi che rischiano di “finire prigionieri di una rete invisibile”. Occorre quindi una riflessione che parta dalle politiche sociali rivolte all’infanzia e all’adolescenza capace di unire ascolto, confronto e analisi su temi di stretta attualità, quali l’uso dei dispositivi elettronici da parte dei più giovani.
Con questa consapevolezza dal 22 maggio al 6 giugno 2025 si terranno a Bologna gli Stati generali per l’infanzia e l’adolescenza, un articolato ciclo di eventi, incontri e tavole rotonde organizzati dalla Regione Emilia-Romagna che affronteranno non solo il rapporto tra minori e tecnologie, ma anche i percorsi che possono condurre al benessere psicofisico e alla cittadinanza digitale, senza dimenticare le sfide per il mondo dell’educazione.
I danni dell’abuso del digitale, arrivano gli Stati generali per l’infanzia e l’adolescenza
“Oltre gli schermi: libertà e diritti”, questo il nome scelto per la prima edizione degli Stati generali, appuntamento che l’assessorato alla Scuola e alle Politiche per l’infanzia ha intenzione di rendere annuale. Un nome che sintetizza bene il difficile equilibrio tra la libertà di usare questi mezzi e la necessità, come riportano i materiali di comunicazione dell’evento, di spegnere talvolta gli schermi per riaccendere la vita.
Contenuti di questa manifestazione sono stati presentati dall’assessora a Scuola, Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia Isabella Conti, che ha illustrato come l’obiettivo sia quello di raccogliere dati ed evidenze scientifiche che consentano poi di investire nella formazione di pediatri che riconoscano precocemente i segnali di disagio digitale, nel supporto per gli educatori attraverso strumenti per intervenire in ambito scolastico, in dotazione strumenti aggiornati per orientare le famiglie e poi in una rete di intervento a livello regionale capace di individuare risposte tempestive.
«Oggi non possiamo più permetterci di ignorare l’impatto che un uso eccessivo e precoce dei dispositivi digitali sta avendo su bambine, bambini e adolescenti – ha spiegato Conti – Studi scientifici, dati clinici e voci dal mondo della scuola e della sanità ci restituiscono un quadro allarmante: il cervello in crescita, esposto quotidianamente a stimoli rapidi, a logiche di mercato e a modelli relazionali virtuali, sta pagando un prezzo altissimo. Non si tratta di moralismi, ma di una responsabilità educativa collettiva. Per questo abbiamo scelto di convocare esperti, medici, neuroscienziati, educatori: per guardare in faccia la realtà e aprire un confronto serio, documentato, non ideologico».
L’obiettivo è fare luce, costruire consapevolezza pubblica, divulgare buone pratiche e dissuadere da comportamenti che, se non governati, producono isolamento, ansia, dipendenza, disturbi dello sviluppo. «Siamo consapevoli che i dispositivi digitali, se usati con criterio, possono essere strumenti preziosi di conoscenza – continua l’assessora – ma se lasciamo che entrino nella quotidianità dei nostri figli senza regole, se permettiamo che siano i ritmi del mercato, e non quelli dell’infanzia, a decidere i tempi dell’apprendimento, della relazione e persino del silenzio, allora stiamo abdicando al nostro ruolo di adulti. Il rischio è evidente: una generazione cresciuta più come consumatrice di contenuti che come cittadina libera, autonoma e critica».
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