Le retate spettacolari per espellere i migranti irregolari, anche se numeri alla mano le espulsioni non hanno subìto un’impennata rispetto all’Amministrazione Biden, l’invio della Guardia Nazionale senza il consenso di sindaci o governatori come invece richiede la legge, l’invio dei Marines per sedare proteste in realtà pacifiche, che proprio per la presenza delle forze militari hanno registrato scontri.
Quello che sta accadendo in California, in particolare a Los Angeles ma non solo, è solo l’ennesimo episodio del tentativo di Donald Trump di imprimere una svolta autoritaria al suo potere, ma senza passare dalla Costituzione o dalle leggi.

I migranti e lo scontro istituzionale: il tentativo autoritario di Trump in California

I piani della vicenda sono due. Da un lato quello di piazza, con proteste pacifiche scoppiate per le retate dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale che sta cercando di fare spettacolari e propagandistici repulisti di migranti per inseguire la narrazione trumpiana (e non solo) dell’invasione. Proteste, però, che hanno registrato un picco di tensione dal momento in cui proprio l’Amministrazione Trump ha deciso di inviare prima la Guardia Nazionale e poi i Marines senza il consenso delle autorità locali, che secondo la legge è un pre-requisito per l’invio delle forze federali.
È questo il secondo piano, quello dello scontro istituzionale, che ha portato il governatore della California Gavin Newsom ad affermare che «la democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi».

«La scorsa notte la situazione a Los Angeles è tornata relativamente calma – racconta ai nostri microfoni il giornalista Martino Mazzonis – e questo perché la sindaca ha imposto un coprifuoco che, a mio avviso, serviva proprio a non dare a Trump elementi per alimentare la sua narrazione».
Il giornalista sottolinea che le retate xenofobe e i gesti che prevedono l’intervento della forza pubblica sono scientemente decisi in città a guida democratica, cercando di alimentare una narrazione in cui la situazione sarebbe fuori controllo proprio a causa dei migranti.

Oltre alla California, però, ci sono altre città, come Boston e New York, dove la protesta si è allargata e secondo Mazzonis sarà interessante se Trump sceglierà di intervenire nello stesso modo, cosa che rappresenterebbe qualcosa di inquietante e preoccupante.
«Trump sta facendo quello di cui parlava già nel primo mandato, quando si è lamentato di non avere abbastanza poteri – sottolinea Mazzonis – Sta cercando di arrogarsi più poteri senza che lo decida il Congresso o la legge. Per farlo questa volta si è circondato di persone o che credono veramente nelle cose che dicono, in modo più fanatico, o che si sono viste paracadutare in ruoli dell’Amministrazione senza avere alcun titolo».
Un tentativo di torsione autoritaria, quindi, che fa il paio con la questione dei dazi, per i quali era il Congresso ad essere titolato ad approvarli, cosa che non è avvenuta.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARTINO MAZZONIS: