Il mondo della scuola democratica è in allarme per le manovre del governo Meloni e in particolare del ministro Giuseppe Valditara, che mirano a smantellare il mandato costituzionale dell’istituzione scolastica stessa e mettere nelle mani di una minoranza di movimenti integralisti religiosi, i sedicenti “pro life” il potere di boicottare sia le istanze di progresso, come quelle che portano percorsi di educazione alle differenze e all’affettività, sia potenzialmente la stessa conoscenza, in particolare quando confligge con le teorie anti-scientifiche, ad esempio quelle creazioniste o negazioniste della crisi climatica.

“Consenso informato preventivo”: il pretesto della libertà di scelta per boicottare la scuola inclusiva

Sarà proprio il pericolo che la scuola pubblica sta correndo l’argomento al centro di una tavola rotonda che si terrà alle 17.00 di domenica prossima, 15 giugno, all’interno di “Una pianura di libri”, la rassegna organizzata alla Nuova Casa del Popolo di Ponticelli di Malalbergo.
All’interno della tavola rotonda interverranno Barbara Piccinonni e Marta Loi del collettivo Cattive Ragazze, che ha pubblicato un vademecum gratuito e liberamente scaricabile sulla scuola, intitolato “Quale genere di scuola? Manuale per genitori consapevoli”.
«In copertina – spiega Piccinonni ai nostri microfoni – c’è scritto “Attenzione! Contiene pratiche di resistenza”. Il manuale nasce dall’idea di coinvolgere in modo diverso e positivo i genitori, perché oggi la loro presenza è egemonizzata dalla destra e dai movimenti che noi definiamo “anti-scelta”».

Le spade di Damocle che pendono sulla scuola sono diverse, a partire dalle Nuove Indicazioni Nazionali del Ministero guidato da Valditara, vissute come un pericolo concreto, ma anche il venturo “consenso informato preventivo” che permetterà alle famiglie di condizionare la stessa programmazione scolastica.
«Il consenso informato preventivo è il grande cavallo di battaglia delle destre, non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti – ricostruisce Piccinonni – e prevede che qualunque tema sensibile, quindi non solo l’educazione sessuale e affettiva o al genere, svolto in orario curriculare sia sottoposto al consenso preventivo delle famiglie e, qualora non arrivi, per gli alunni che hanno i genitori contrari dovranno essere predisposte delle attività didattiche alternative».

Il rischio concreto, viste le difficoltà e la carenza cronica di personale nel mondo della scuola, è che gli istituti siano impossibilitati a fornire l’alternativa, quindi facendo saltare il progetto educativo stesso.
«Ciò significa che basta un genitore all’interno di una classe per bloccare un’attività didattica – sottolinea l’esponente di Cattive Ragazze – significa che la libertà di insegnamento, costituzionalmente garantita, viene erosa dal principio del primato educativo della famiglia sulla scuola e significa anche che le scuole per non arrivare ad avere questi problemi condizioneranno la loro programmazione».

Piccinonni mette in guardia dal pensare che il tema riguardi solo l’educazione alle differenze o alla sessualità. In realtà il principio potrà riguardare qualsiasi ambito ritenuto sensibile. «Negli Stati Uniti una giudice della Corte Suprema, che sta dibattendo sul tema, chiede: se una famiglia ha una fede religiosa creazionista, i figli potranno essere esonerati quando si spiega la teoria del Big Bang? – riporta l’attivista – Ma problemi potranno esserci anche il 25 aprile o durante la Giornata della Memoria, sul tema del razzismo e addirittura già si è cercato di impedire che l’Agenda 2030 entrasse a scuola».
Il manuale “Quale genere di scuola?” serve quindi per mettere al corrente i genitori di questi rischi, per far loro conoscere il funzionamento delle scuole e per fare in modo che una minoranza di fanatici non tenga in ostaggio la scuola grazie alla partecipazione di una maggioranza democratica di genitori che formi una comunità.

ASCOLTA L’INTERVISTA A BARBARA PICCINONNI: