Il Coordinamento Migranti di Bologna denuncia l’ennesimo caso di malepratiche amministrative nella gestione dei permessi di soggiorno. Discrezionalità, ritardi e modalità che tengono i migranti sull’orlo della clandestinità. Il tavolo promesso dall’assessore Gualmini l’estate scorsa non è ancora stato convocato.

Ritardi nella consegna dei documenti, ben oltre i termini stabiliti per legge, discrezionalità nel rilascio dei permessi di soggiorno, errori nel tipo di permesso rilasciato, verifiche arbitrarie dei requisiti, resistenze nel rilascio delle carte di soggiorno, fino alle ricevute delle tasse pagate smarrite in Questura. È lungo l’elenco delle malepratiche amministrative nella gestione dei permessi per i migranti nelle Questure della regione Emilia Romagna.

Coodinamento Migranti di Bologna contro la gestione dell’accoglienza

Da tempo il Coordinamento Migranti di Bologna denuncia una situazione che assomiglia ad una jungla dove, più che problemi legati ad una disorganizzazione, c’è il sospetto che si tratti di vero e proprio razzismo istituzionale e della volontà di tenere i migranti sull’orlo della clandestinità.
Una conferma di questo è che spesso, alla presenza di un avvocato che assiste il migrante, improvvisamente la situazione si sblocca.

L’ultima vicenda raccolta dal Coordinamento è quella di Yelena. La donna fa domanda per il permesso di soggiorno. Passano le settimane e sul sito della questura lo stato della pratica risulta sempre in corso. Passano i mesi – ben più dei 60 giorni previsti dalla legge – e non c’è nessun aggiornamento. Almeno fino a quando Yelena non si presenta in Questura con un avvocato. “Come per magia – racconta il Coordinamento – il permesso di soggiorno spunta fuori immediatamente”. Ma non è tutto: quando, anni dopo, Yelena fa la domanda per ottenere la carta di soggiorno la Questura le comunica che ha bloccato la pratica perché non ha pagato la tassa di 200 euro prevista. In realtà, Yelena l’ha pagata e ha anche inviato per raccomandata la ricevuta, ma la Questura l’ha persa.

“Il caso di Yelena è solo l’ultimo di una lunga lista – ricorda Sene Bazil del Coordinamento – C’è proprio una mancanza di rispetto da parte delle Istituzioni e la politica sembra a fare a gara nei talk show a chi espelle più migranti”.
In seguito ad un presidio prima della scorsa estate, il Coordinamento era stato ricevuto dalla vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, che aveva riconosciuto il problema e promesso un tavolo istituzionale per uniformare le procedure di Prefetture e Questure e dare un metodo e regole certe. Poi il totale silenzio.

“Quando chiediamo conto in Prefettura sulla convocazione di questo tavolo – continua l’esponente del Coordinamento – Ci viene detto che è difficile trovare un giorno che vada bene per tutti, ma questa mi sembra una cosa assurda”.
Con l’emergenza profughi, infine, i migranti che sono presenti da anni nel Paese, pagano le tasse e versano i contributi, contribuendo in modo importante anche all’economia, sembrano venire messi completamente in secondo piano.