Il musicista Paolo Fresu ha aderito alla campagna per l’approvazione dello Ius Soli, la cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, partecipando alla staffetta di sciopero della fame. La presa di posizione gli è valsa un’ondata di insulti sui social network, a cui ha reagito col sorriso. Ascolta l’intervista.

Paolo Fresu in Sciopero della fame per lo Ius Soli

Non bastavano i veti politici del centrodestra a indirizzare su un binario morto la legge sullo Ius Soli, la cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Ad avvelenare ancor di più il clima ci pensa la pancia e la violenza riversata sui social network da chi si oppone a questa norma di civiltà e a chi la sostiene.
Ne sa qualcosa il musicista Paolo Fresu, che ha aderito all’appello di intellettuali ed artisti a favore dell’approvazione della legge.

Fresu ieri ha partecipato anche alla staffetta di digiuno, una forma di mobilitazione e pressione verso la politica e il Parlamento. Per testimoniarlo ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una foto in cui recava un cartello con scritto: “Oggi digiuno per 24 h a favore dello Ius Soli”.
Questa scelta di campo, questo semplice gesto gli è valso una valanga di insulti sui social network, a cui però il jazzista sardo ha reagito con ironia, creando addirittura un contest per il miglior insulto.

“Ho reagito col sorriso e con l’ironia – spiega ai nostri microfoni – Ovviamente dietro a questo si nasconde un problema importante della nostra capacità di discutere, di tendere la mano e di usare i linguaggi corretti”.
Per l’artista, il tono utilizzato da chi lo ha insultato probabilmente nasconde una solitudine e una violenza che quelle persone vivono nel privato.
“Da genitore, prima che da cittadino – conclude Fresu – sono convinto che i bambini che sono in Italia e sono perfettamente integrati debbano avere la cittadinanza. Sono fiero di questa battaglia”.

ASCOLTA L’INTERVISTA A PAOLO FRESU: