Venerdì 6 dicembre, dalle 14:30 alla Casa di Quartiere Katia Bertasi, si svolgerà l’evento “I consultori raccontano 46 anni di IVG a Bologna”, organizzato nell’ambito del festival La Violenza Illustrata della Casa delle Donne per non Subire Violenza.
L’incontro sarà dedicato al tema dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e alla legge 194/78, approvata 46 anni fa, ma ancora oggi oggetto di sfide politiche e sociali che ne ostacolano la piena applicazione.
All’interno del Festival La Violenza Illustrata l’evento dedicato all’Ivg
L’incontro è pensato per aprire un dialogo con la cittadinanza, offrendo uno spazio in cui i partecipanti potranno porre domande, condividere dubbi o curiosità e approfondire il percorso e le figure professionali coinvolte nell’Ivg. Verrà affrontata anche la storia della legge 194, con una panoramica sui dati relativi al lavoro dei consultori di Bologna, sottolineando il loro ruolo cruciale, soprattutto nel contesto politico attuale.
All’incontro interverranno Marinella Lenzi, ex direttrice dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’Ausl di Bologna e Referente Regionale per i percorsi di Ivg, Stefania Guidomei, ostetrica e Responsabile DATeR presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, Sara Cordari e Debs del collettivo transfemminista Mujeres Libres e Ebe Quintavalla, del Coordinamento Rete Oltre la 194 di Parma. A moderare l’incontro sarà Elsa Antonioni, socia fondatrice e volontaria della Casa delle Donne per non Subire Violenza.
Questo appuntamento vuole essere un’occasione per riflettere sull’importanza della legge 194 e per valorizzare il lavoro dei consultori, offrendo strumenti di conoscenza e confronto utili a tutelare i diritti delle donne e la loro salute riproduttiva.
«Nel corso degli anni questa legge ha saputo anche rinnovarsi – commenta ai nostri microfoni Stefania Guidomei – l’Ivg si è trasformata in funzione delle esigenze delle donne: la novità più recente, che ci mette al primo posto in Italia, è una delibera regionale che prevede che l’interruzione di gravidanza possa essere fatta anche a domicilio. Qualche anno fa un’altra delibera aveva già reso possibile l’interruzione di gravidanza farmacologica anche in consultorio. Ci muoviamo in un contesto che è favorevole, con degli operatori che hanno saputo recepire e mettere in pratica quello che la Regione Emilia-Romagna nel corso di questi anni ha espresso dal punto di vista legislativo, mantenendo un ruolo di avanguardia rispetto a tante Regioni».
ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANIA GUIDOMEI: