In caso di insolvenza la casa o le attività economiche non devono essere espropriate. Lo chiede un ddl della Sicilia, fatto proprio da Enti Locali e dall’Associazione Avviso Pubblico, che ora è approdato in Parlamento. Al posto del pignoramento, la dilazione del debito e un fondo statale per garantire alle banche gli interessi. L’idea nata dopo il suicidio di un artigiano siciliano.

In tempi di crisi, i sindaci sanno bene quanto sia grave il problema della casa. Oltre agli sfratti per morosità, l’insolvenza colpisce anche i proprietari di abitazioni, che si vedono pignorare la casa e finiscono in mezzo ad una strada, diventando un problema sociale.
È per questo che molti Comuni ed Enti Locali hanno aderito all’iniziativa partita dalla Regione Sicilia sul tema dell’impossibilità di espropriare la prima casa o l’attività economica di piccoli artigiani, trasformatisi in un ddl presentato in Parlamento.
Ieri si è tenuta la prima riunione della Commissione di Palazzo Madama dedicata al tema, che ha incardinato il ddl, tenendolo cioè calendarizzato nei propri lavori.

A raccontare ai nostri microfoni la genesi della proposta è Piero Gurrieri, vicepresidente di Avviso Pubblico, l’associazione di amministratori pubblici contro le mafie: “Nel 2013 a Vittoria, in Sicilia, l’artigiano Giovanni Guaraglio si tolse la vita proprio in concomitanza con l’arrivo di un ufficiale giudiziario. Il fatto tragico scosse molto le coscienze, al punto che la Regione Sicilia, in virtù di poteri conferitegli dall’autonomia, approvò all’unanimità una legge e presentò un’analoga proposta ai presidenti di Camera e Senato”.
Da lì l’adesione al provvedimento è cresciuta in tutto il Paese, specialmente da parte di Enti Locali che quotidianamente si trovano in prima linea a fronteggiare il problema della casa, ma anche da associazioni come Libera, Acli e i sindacati.

Il ddl recepito dal Parlamento e che vede come primo firmatario il senatore Lumia, prevede che la prima casa e le attività economiche necessarie alla sussistenza non possano essere espropriate. Per contro, le banche danneggiate dall’insolvenza di cittadini che si sono trovati in una situazione economica tale da non permettere il pagamento di mutui e prestiti, verranno tutelate da un fondo nazionale che garantirà loro gli interessi maturati nel periodo di insolvenza. Il debito, quindi, verrà semplicemente dilazionato nel tempo, in attesa che la famiglia possa tornare a pagare.

“I costi del fondo che il ddl vorrebbe istituire – osserva Gurrieri – sono di gran lunga inferiori a quelli sostenuti dai Comuni che devono fronteggiare il problema sociale di chi perde la casa a causa di un pignoramento”.
Per il vicepresidente di Avviso Pubblico, inoltre, la norma consentirebbe anche di arrestare un fenomeno legato alla criminalità organizzata, che specula sugli espropri acquistando a prezzi stracciati gli immobili che finiscono all’asta giudiziaria.

“Sono contento – afferma Guerrieri – che l’istruttoria fino a questo punto sia stata molto veloce. Mi auguro che ora l’iter della legge sia altrettanto veloce, per arrivare il prima possibile ad un’approvazione definitiva”.