Il Saggiatore, una delle più importanti case editrici italiane, ha deciso di non rivolgersi più al gruppo di collaboratori e collaboratrici esterni che svolgevano le attività di correzione bozze, impaginazione, editing e revisione, causando il rincrescimento dei professionisti di questo settore, che per anni hanno collaborato con la redazione del Saggiatore.

La lettera aperta di Redacta a Il Saggiatore

Redacta è una sezione di Acta, l’associazione dei freelance, nata allo scopo di tutelare i professionisti che lavorano nel settore editoriale: redattrici e redattori, grafici e traduttori, ghost writer e editor. Acta è nata nel 2004, quando il lavoro dei freelance era un’attività di consulenza nei confronti di imprese committenti appartenenti a settori molto diversi fra loro. Ma negli ultimi anni l’esternalizzazione sempre più diffusa ha portato le aziende a rivolgersi ai freelance anche per l’ambito dell’attività principale.
Per questo motivo, Acta ha deciso di appoggiare le richieste di un gruppo di professionisti nato all’interno di Redacta, quello dedicato al lavoro editoriale. Qui di seguito alcuni passaggi della loro lettera aperta, rivolta alla direzione editoriale del Saggiatore.

“Scriviamo con l’intenzione di aprire un dialogo tra la casa editrice e un gruppo di vostri collaboratori e collaboratrici, che si sono rivolti a Redacta dopo essersi ritrovati a pagare le conseguenze di scelte maturate in seno alla direzione editoriale. Di queste, oggi, vi chiediamo un chiarimento.

A partire dai primi giorni del 2021 il numero di commissioni affidate dalla redazione ai collaboratori esterni si è rapidamente azzerato. La prima spiegazione di quanto stava avvenendo è arrivata verso la fine di febbraio: un’ e-mail ha chiarito che a causa di una riorganizzazione gran parte delle fasi del lavoro redazionale non sarebbe stata più affidata ad alcun collaboratore esterno, salvo occasionali eccezioni. […]

Inutile dire che questa professionalità, che è sempre stata centrale nelle battaglie di Redacta, ne esce completamente svilita. Tanto più se si considera che il numero di redattori e redattrici esterne, da voi impiegati fino a tutto il 2020, supera quello delle redattrici e dei redattori regolarmente assunti: muoversi verso un azzeramento delle collaborazioni esterne equivale a tagliare tout court il lavoro della redazione. Ci sembra quindi legittimo rivolgervi alcune domande.”

Infine, dopo aver posto alcune questioni in merito alle ragioni di questa decisione, ai progetti futuri della redazione qualora decida di non ricorrere più a collaboratori esterni, e dopo aver evidenziato anche la questione del lavoro affidato agli stagisti, la lettera si conclude così:

“La questione riguarda in ultimo la cura dei libri del Saggiatore, che con il suo catalogo costituisce da più di sessant’anni un pilastro della cultura italiana: se il lavoro verrà affidato ai soli redattori interni già presenti e a stagisti ancora in formazione, come sarà possibile garantire la stessa qualità editoriale?
[…] Come messo in luce anche da Redacta, nel settore editoriale il lavoro produttivo è svolto in misura crescente e ormai forse maggioritaria da redattori esterni, dunque le imprese non possono ritenere di dover rendere conto del proprio operato solo ai dipendenti.
Per queste ragioni abbiamo deciso di aprire un dialogo diretto con la direzione editoriale del Saggiatore su una decisione che interessa tutta la sua rete di collaboratori esterni, fiduciosi di ricevere una risposta all’altezza della storia e dei valori incarnati dalla casa editrice.” 

Marta Baldi