Oggi, 12 dicembre, l’Alleanza Municipalista si ritrova in Piazza Capranica a Roma per un presidio che ha lo scopo di sollecitare il governo affinché adotti un Piano Casa Nazionale. L’iniziativa, promossa dagli amministratori delle principali città italiane, la cosiddetta Alleanza municipalista, pone l’attenzione sulla necessità di politiche strutturali che affrontino la crisi abitativa e garantiscano il diritto alla casa, sempre più compromesso.
Piano Casa, le cinque proposte dell’Alleanza municipalista
Numerosi rappresentanti delle amministrazioni comunali partecipano al presidio, con la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, in prima linea. Dopo il presidio dell’11 settembre, la mobilitazione rinnova l’appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per un incontro dedicato alla discussione di una proposta concreta che si articola in cinque punti fondamentali. «Il ministro non ci ha risposto – sottolinea la vicesindaca ai nostri microfoni – per questo oggi siamo in presidio».
Clancy sottolinea anche come il diritto alla casa sia ormai messo in discussione in molte realtà comunali e ribadisce che le città, pur impegnandosi con Piani per l’Abitare, non possono affrontare da sole una crisi di tale portata.
Le proposte, raccolte sulla piattaforma nazionale Piano Casa Nazionale, chiedono interventi specifici allo scopo di uniformare il sistema abitativo nazionale, rafforzare il ruolo dei Comuni nella gestione degli immobili e garantire una maggiore equità nell’accesso alla casa. Il tutto nella speranza che il governo accolga le richieste e apra un tavolo di confronto con le amministrazioni locali, che ogni giorno si trovano a gestire in prima linea una crisi abitativa che coinvolge milioni di persone.
Nello specifico, il Piano Casa dell’Alleanza municipalista prevede una legge quadro nazionale sull’edilizia residenziale pubblica e sociale, ma anche il rifinanziamento del programma per il recupero e la razionalizzazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica (Erp) e l’introduzione di un sistema di credito d’imposta per la manutenzione delle case popolari.
Il secondo punto prevede la possibilità di ricevere gratuitamente immobili e aree di enti statali o parastatali inutilizzati, destinandoli a politiche per l’abitare, per contrastare l’emergenza abitativa e per l’edilizia studentesca. È inoltre necessaria la creazione di un fondo per l’adeguamento e la messa in sicurezza di tali immobili.
La terza cosa che gli enti locali chiedono è il rifinanziamento del Fondo Nazionale Locazione e del Fondo Nazionale Morosi Incolpevoli per sostenere le famiglie in difficoltà. Si tratta di fondi che il governo Meloni ha azzerato già dai primi momenti del suo insediamento.
Il quarto punto riguarda la tanto attesa legge nazionale per la regolamentazione delle piattaforme turistiche, che in molte città hanno stravolto il mercato immobiliare, in particolare quello dell’affitto. Gli enti locali sottolineano che il provvedimento adottato dal governo, cioè l’articolo 13 del decreto 145/2023, è insufficiente.
Infine si chiede una misura nazionale per l’emergenza abitativa e le persone senza dimora, riconoscendo a queste ultime una condizione di fragilità cui dedicare risorse e interventi specifici.
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