Dal 6 all’11 ottobre, a Bologna, si svolgerà la sedicesima edizione del Terra di Tutti Film Festival, l’iniziativa di Cospe e WeWorld onlus che porta in città il cinema di tutto il mondo con un focus sui diritti umani.
Prima dell’avvio ufficiale del festival, però, il Ttff offre al proprio pubblico ben due anteprime, che si svolgeranno il 21 settembre all’Arena Orfeonica in collaborazione con Làbas e il 30 settembre a Vag61, in collaborazione con OpenDdb e Smk Factory. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico del festival, Jonathan Ferramola.

Anteprime del Ttff: il parkour palestinese

La prima anteprima del Ttff si svolgerà domani sera, 21 settembre, all’Arena Orfeonica di via Broccaindosso. Il film che verrà proiettato sarà “One more jump” di Emanuele Gerosa. «È un film di poco prima della pandemia – spiega Ferramola – che come molte produzioni di quel periodo ha trovato purtroppo grossi ostacoli per la distribuzione». Eppure il tema è centrale, anche se non riesce a fare breccia nell’agenda setting internazionale: la situazione in Palestina.
La proiezione, però, sarà preceduta da un dibattito che, tra le altre cose, si occuperà anche di raccontare la situazione in Medio Oriente dopo l’ennesima tensione registrata l’estate scorsa a causa dei nuovi tentativi di occupazione da parte israeliana.

Il film racconta la storia di Jehad e Abdallah, due atleti palestinesi, cresciuti insieme nella Striscia di Gaza. Nel 2005 fondano il Gaza Parkour Team per offrire alle giovani generazioni un’alternativa alla guerra. Dopo essere riuscito a scappare, oggi Abdallah vive in una casa abbandonata in Italia come rifugiato politico, non ha lavoro e difficilmente riesce a cavarsela. Jehad è ancora intrappolato nella Striscia, si prende cura dei genitori malati e guida il Team da solo. Non si parlano da anni, Jehad non ha mai perdonato Abdallah per averlo lasciato indietro.

I movimenti di protesta in un mondo in fiamme

Il 30 settembre, invece, ci sarà la seconda delle due anteprime del festival, in una serata che si svolgerà a Vag61 e che è intitolata “Il mondo in fiamme – I movimenti di protesta da Wikileaks a Hong Kong“. «Abbiamo voluto dare la stura a quello che potrebbe essere l’autunno caldo che ci aspetta, visto che la serata si terrà pochi giorni dopo le elezioni in Italia», sottolinea Ferramola.
La serata si aprirà con una cena sociale, seguita dall’introduzione dello stesso Ferramola insieme a SMK Factory e al regista di uno dei film in programma, Marco Di Noia.

Di noia ha firmato la regia per “Hong Kong, Ga Yau“, un documentario sul movimento di protesta che ha scosso Hong Kong nel 2019. Attraverso immagini delle dimostrazioni e audio interviste, Hong Kong, Ga Yau racconta una storia di protesta popolare, il tentativo di resistere alla crescente influenza della Cina continentale nella vita di Hong Kong. L’ex colonia Britannica, formalmente provincia semi autonoma, si confronta, anno dopo anno, con un sistema sempre più invasivo, fondato su ridotte libertà individuali e diritti civili, una condizione che la maggior parte della popolazione e soprattutto le nuove generazioni sembrano non voler accettare.

Nella stessa serata verrà proiettato anche “Julian Assange: the price of truth“. Si tratta di una produzione francese che ripercorre le gesta del fondatore di Wikileaks, la cui persecuzione non è ancora terminata come testimonia il via libera all’estradizione verso gli Usa che il governo britannico ha deciso poche settimane fa.
Il film è firmato da Nicolas Vescovacci, Luc Hermann e Paul Moreira.

ASCOLTA L’INTERVISTA A JONATHAN FERRAMOLA: