Da un lato gli sgomberi dei centri sociali, anche quelli in convenzione, che durante i due mandati di Virginio Merola ha visto – da Atlantide ad Xm24, passando per Crash e Làbas – la dispersione di tutte le esperienze sociali, culturali e politiche autogestite in città. Dall’altro gli accordi e le delibere dell’Amministrazione per la vendita e la dismissione delle ex-caserme per farne edifici residenziali, aree commerciali o parcheggi. Nel mezzo, oltre 200 spazi di enti pubblici o a maggioranza pubblica, come Comune, Città Metropolitana, Poste e Inps, che sono vuoti e lasciati all’incuria.

È da questa presa di coscienza che nasce D(i)ritti alla città, una rete di singoli, associazioni e gruppi organizzati che oggi presenta il proprio “Manifesto per gli spazi pubblici dismessi”. Un documento in cui si contesta l’accezione in voga di “valorizzazione” degli spazi pubblici intesa come esclusiva e mera immissione sul mercato e conseguente remunerazione, ma si rivendica un utilizzo a beneficio della collettività in strutture ed aree che rimangano pubbliche.

Un manifesto contro la privatizzazione degli spazi pubblici

«La molla che ci ha fatti scattare – racconta ai nostri microfoni Mauro Boarelli della rete D(i)ritti alla città – è l’accordo estivo del Comune con Cassa depositi e prestiti per lo sfruttamento economico, ad opera di potenti interessi privati, degli enormi spazi dismessi delle ex caserme Sani, Masini e Mazzoni».
Già in precedenza lo stesso Comune aveva siglato un accordo col Ministero della Difesa che riguardava altre due ex caserme in città.
I progetti già approvati prevedono grandi insediamenti abitativi privati, supermercati, parcheggi e un forte ridimensionamento del verde pubblico presente.

«Le aree e gli edifici pubblici devono rimanere di proprietà pubblica ed essere messi a disposizione della collettività per usi pubblici – sostiene invece Boarelli a nome della rete – Valorizzare non vuol dire solo realizzare incassi, ma lavorare per il benessere della comunità che vive intorno a quelle aree».
In particolare, le attività che concorrerebbero a quel benessere potrebbero essere servizi di prossimità, sport popolare, medicina preventiva, luoghi di aggregazione per trascorrere il tempo libero al di fuori dei luoghi di consumo.

Il manifesto, che verrà messo a disposizione della cittadinanza, vuole dunque intervenire contro una certa rassegnazione nel dare per scontata la vendita e la privatizzazione di spazi pubblici dismessi. E per farlo vuole anche dare la dimensione del fenomeno, che conta appunto oltre 200 luoghi.
A questo scopo, in particolare, verrà organizzata una biciclettata prevista per sabato 9 ottobre con cui, partendo dai Prati di Caprara, si percorrerà un itinerario che andrà a toccare alcuni degli spazi abbandonati di proprietà pubblica.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MAURO BOARELLI: