Si terrà alle 10.30 del 20 maggio in piazza XX settembre il concentramento bolognese per lo sciopero proclamato dai sindacati di base “contro la guerra, contro l’economia di guerra, contro il governo della guerra“. Uno sciopero generale nazionale che, oltre a Bologna, vedrà manifestazioni in una ventina di città d’Italia.Oltre alle sigle del sindacalismo di base e conflittuale che lo hanno proclamato, come Usb, Sgb, Cobas, Si Cobas e Usi Cit, sono tante le organizzazioni della società civile e della politica extraparlamentare – Potere al Popolo e Rifondazione Comunista in primis – che sostengono la manifestazione.

Sindacati di base e società civile contro la guerra: lo sciopero generale nazionale

«Come dicono tutti i sondaggi, la maggioranza dei cittadini è contro la guerra – osserva ai nostri microfoni Rosella Chirizzi di Sgb – In Parlamento e nel governo non c’è nessuna forza politica che rappresenti i cittadini italiani».
Tutti i promotori della protesta si dicono contro l’invio di armi in Ucraina e contro l’aumento delle spese militari. Al contrario, chiedono che quelle risorse vengano investite nella spesa sociale, a partire da sanità e istruzione pubbliche. Ma lo sciopero è anche contro il carovita e la stagflazione, una situazione di recessione economica e aumento dell’inflazione che sta erodendo il potere d’acquisto dei salari.

Da più parti, in questi giorni, si è parlato di un ripristino della “scala mobile”, un meccanismo di indicizzazione dei salari che segua l’aumento del costo della vita.
Il rifiuto della guerra alla base dello sciopero sta anche in questa ragione, cioè nella consapevolezza che a pagarne le conseguenze saranno i ceti popolari e lavoratrici e lavoratori, sia come vittime sul campo, sia per le conseguenze economiche del conflitto.

ASCOLTA L’INTERVISTA A ROSELLA CHIRIZZI: