Un nuovo polo logistico nel comune di Valsamoggia operativo entro il 2023. 90mila metri quadri tra magazzini e capannoni, assieme ad una bretella per il collegamento alla vicina autostrada e una pista ciclabile che porti fino alla stazione. 300 i nuovi posti di lavoro previsti. Sono queste le stime del progetto della discordia, il polo logistico da costruire al posto del complesso industriale dell’ex-Beghelli. Un piano che ha avuto l’okay del Comune interessato e non ha trovato opposizioni in altri enti istituzionali, ma inviso al mondo ecologista.

Europa Verde all’attacco del polo logistico: «significa nuovo consumo di suolo e peggiorerà cambiamento climatico e qualità dell’aria»

Già Legambiente aveva mosso dei rilievi nei mesi passati, ed ora è Europa Verde a portare la questione in consiglio regionale. «Siamo di nuovo di fronte alla trasformazione di terreno agricolo in area logistica. La nostra Regione è piena di richieste di autorizzazioni per nuovi hub di questi tipo, che non fan altro che aumentare il consumo di suolo e il trasporto su gomma. Se vogliamo ridurre le emissioni climalteranti, se vogliamo ridurre le emissioni inquinanti, non possiamo continuare a fare interventi che vanno in direzione contraria» dice ai nostri microfoni Silvia Zamboni, consigliera in quota ecologista.

«Questo progetto può ancora essere fermato – continua Zamboni – ma ora gode di una procedura velocizzata, sfuggendo alla valutazione d’impatto ambientale, perché considerato d’interesse pubblico. Ora, uno mi deve spiegare dove stia questo interesse. La logistica è un settore a bassa densità occupazionale, con un rapporto tra consumo di suolo e posti di lavoro ben peggiore rispetto all’industria tradizionale. E non parliamo di come molte aziende del ramo offrano condizioni di lavoro al di sotto di qualunque standard. E’ un settore su cui vigilare con attenzione, non certo a cui concedere autorizzazioni a man bassa e facilitazioni».

Quali le proposte sul tema, allora? «Ho presentato una interrogazione alla Giunta per sollecitarla ad adottare una Carta della Logistica Etica del tutto simile a quella già usata dalla Città Metropolitana. Tanto più che la Regione ha fatto passare un Patto per il Lavoro e il Clima che dovrebbe comprendere norme contrarie al consumo di suolo e favorevoli ai diritti del lavoro».

Beghelli, dal canto suo, ci tiene a presentare il progetto del polo di Valsamoggia come assolutamente green. «L’edificio, per esempio, sarà ricoperto da pannelli fotovoltaici, doteremo l’area di colonnine per il rifornimento elettrico e abbiamo già accordi con il trasporto pubblico per fornire i dipendenti di abbonamenti utilizzabili sempre in tutta l’area metropolitana per disincentivare il ricorso a mezzi privati» scriveva il gruppo a febbraio in una nota pubblicata dal Corriere della Sera.

In Italia si consumano l’equivalente di venti campi di calcio al giorno in consumo di suolo. Un dato compensato solo in minima parte dal ripristino di aree naturali, e difficilmente compatibile con l’obiettivo comunitario del consumo zero entro il 2050. Anche le emissioni da trasporto su gomma sono un problema rilevante per il nostro paese, sia in termini di salute pubblica (la città di Bologna sfora regolarmente i limiti di legge sulla qualità dell’aria) sia in termini di crisi climatica. Quasi un quarto dei gas climalteranti del nostro paese è prodotto dal settore dei trasporti.

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Lorenzo Tecleme