Il Giorno del Ricordo, la giornata istituzionale introdotta nel 2004 dal governo Berlusconi per commemorare i morti delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, con l’estrema destra al governo si trasforma in una gigantesca giornata di propaganda che ripulisce dalla memoria una parte della storia, quella delle violenze fasciste nei territori slavi che hanno preceduto la reazione titina.
Da “Il treno del ricordo”, vagoni propagandistici che da un paio di anni gira l’Italia con una mostra itinerante piena di retorica vittimista e omissioni, alla prima mostra ospitata a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, intitolata “Foibe: tragedia e esodo”, fortemente voluta da Fratelli d’Italia. Fino a episodi eclatanti, come quello registrato ieri sera a Bologna, dove l’estrema destra ha fatto irruzione nella sede – già chiusa – di Palazzo D’Accursio.

Foibe e esodo giuliano dalmata, la destra utilizza una memoria parziale per propaganda

A “recensire” il Treno del Ricordo è stato lo storico Eric Gobetti su Patria Indipendente, il periodico nazionale dell’Anpi. Il titolo dell’articolo, “L’unico treno in orario, quello della propaganda”, fa intuire che l’operazione presenta numerosi nodi problematici dal punto di vista storico.
«Sulla vicenda delle foibe e dell’esodo – racconta Gobetti ai nostri microfoni – c’è un uso strumentale della storia molto brutale, fatto soprattutto dalle forze di estrema destra, quelle che fanno riferimento al fascismo, con l‘obiettivo di giustificarsi dei propri crimini e presentarsi come vittime».

Nello specifico del treno, i problemi sono diversi. Ad esempio l’insistere sull’italianità e sull’appartenenza da sempre di quei territori all’Italia, in cui le altre identità presenti sul territorio vengono cancellate completamente.
Manca anche la contestualizzazione nella Seconda Guerra Mondiale della violenza slava contro gli italiani. «In quel contesto la violenza l’abbiamo portata noi, perché è l’Italia che ha invaso la Jugoslavia, non il contrario», sottolinea lo storico. Fino a ricostruzioni false o molto semplificate, che vorrebbero l’esodo come diretta conseguenza della violenza jugoslava, intesa come espulsione inseguito ad una pulizia etnica.

Quest’ultimo aspetto riguarda un po’ tutta la memorialistica sul tema di quei fatti. «In molte lapidi commemorative c’è scritto “uccisi solo perché italiani” – osserva Gobetti – affermazione sbagliata perché le motivazioni di quelle violenze sono di tipo politico-militare, non di tipo nazionale».
Ma ancor peggio, c’è una grandissima produzione culturale contemporanea che insegue narrazioni non corrette. Dagli spettacoli teatrali alle graphic novel, fino a serie tv o film. «La Rai in questi anni ne ha prodotte ben tre sul tema – sottolinea lo storico – mentre non c’è un solo film che racconti i crimini del fascismo all’estero».

Il Treno del Ricordo farà tappa mercoledì e venerdì a Padova, mentre arriverà a Bologna nelle giornate del 14 e 15 febbraio per poi proseguire con tappe a Roma, Napoli, Lecce e Sassari.
Non si tratta tuttavia dell’unica esposizione in tal senso. Questo pomeriggio alle 18.00 verrà infatti inaugurata la mostra “Foibe: tragedia ed esodo” nella sede del Parlamento Europeo. Si tratta della prima mostra in tal senso nell’istituzione di Strasburgo ed è stata fortemente voluta da Fratelli d’Italia. O almeno questo è quanto dichiara l’eurodeputato Stefano Cavedagna, che in un comunicato sostiene di aver «fortemente richiesto» l’allestimento nella sede del Parlamento europeo e aggiunge: «Soltanto una memoria condivisa da parte di tutti i popoli europei, partendo dalla condanna unanime dei crimini comunisti, ci permetterà di costruire un’Europa forte ed armoniosa di Nazioni alleate».

Le iniziative di Fratelli d’Italia per imprimere una certa direzione al Giorno del Ricordo, però, non si esauriscono qui. Ieri a Bologna si è registrato un episodio che il sindaco Matteo Lepore ha definito «inaccettabile». Un gruppo di militanti di Gioventù Nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia, in corteo per commemorare le Foibe si è introdotta senza autorizzazione a Palazzo d’Accursio, già chiuso, per deporre una corona commemorativa per il Giorno del Ricordo senza alcun accordo con l’Amministrazione. «Da quanto apprendiamo – ricostruisce il primo cittadino – sul posto erano presenti con il ruolo di facilitatori diversi esponenti di Fratelli d’Italia, dal deputato Bignami, all’europarlamentare Cavedagna, al consigliere regionale Sassone, insieme alla consigliera comunale Zuntini. Quest’ultima si è resa in particolare responsabile di un atto a mio avviso grave. Ha chiesto alla Polizia Locale di entrare a Palazzo d’Accursio dall’ingresso riservato al personale politico e amministrativo, e con uno stratagemma ha fatto introdurre il corteo a Palazzo per deporre la corona, in modo abusivo e in sfregio del minimo rispetto per quel luogo. Gli esponenti di Fratelli d’Italia dovranno spiegare il perché della loro presenza e del ruolo di facilitatori. Chiederemo conto di questo oltraggio e sporgeremo denuncia per l’accaduto».

Lepore ha concluso alludendo ad eventi che hanno riguardato la nostra città: «A quanto pare, l’estrema destra continua a desiderare e provare ebbrezza per gesta del ventennio passate alla storia», ha detto il sindaco.
Il riferimento potrebbe essere a ciò che è passato alla storia come la strage di Palazzo D’Accursio, quando nel novembre 1920 gli squadristi fascisti guidati da Leandro Arpinati attaccarono la folla radunatasi in piazza Maggiore per assistere alla cerimonia di insediamento del sindaco di Bologna Enio Gnudi. Gli scontri, la cui dinamica non è mai stata interamente chiarita, portarono alla morte di dieci sostenitori socialisti e del consigliere comunale della Lista Pace Libertà Lavoro Giulio Giordani, oltre che al ferimento di circa sessanta persone.

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