«Le impronte che lasciano gli altri nelle nostre storie e nelle nostre pratiche fisiche, l’interdipendenza che esiste nelle relazioni delle persone» è questo il tema principale della 21esima edizione di Gender Bender, come racconta Daniele del Pozzo, direttore artistico insieme a Mauro Meneghelli. Attraverso l’intersezione di diversi linguaggi, quali il cinema, le arti visive, la danza e la letteratura, Gender Bender anche quest’anno vuole creare un dialogo interdisciplinare fra punti di vista, celebrando la diversità e la convivenza delle differenze, confrontandosi con le tematiche dei desideri e delle passioni.
Danza, arti visive, cinema e incontri: il programma di Gender Bender
Diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli, prodotto dal Cassero LGBTI+ Center, il festival avrà inizio il giorno di Halloween al DAS con “Hunter Filmed” di Oona Doherty e Luca Truffarelli, che traducono “Hope Hunt & The Ascension Into Lazarus” di Doherty, anch’esso in programmazione, in un’installazione audiovisiva onirica. La programmazione è divisa in cinque sezioni corrispondenti ai diversi linguaggi di questa edizione: la danza, il cinema, le arti visive e incontri.
Per la danza si ha inizio il 2 novembre con la prima nazionale di “Ida don’t cry me love”, uno spettacolo di Lara Barsacq che s’ispira a IDA Rubinstein, leggendaria danzatrice dei balletti russi; poi si continuerà con un’altra prima nazionale “Atlas De Boca”, di Gaya de Medeiros, con cui esplora i corpi di due persone trans* attraverso la bocca e la trinomia voce-identità-parola; il 4 e 5 novembre si guarderà all’esoterismo e al mito con “I’ll do I’ll do I’ll do” di Dewey Dell con Teodora Castellucci in cui s’intraprenderà un viaggio dell’anima fuori dal corpo, fra ascesa celeste e discesa infernale. Gli appuntamenti continueranno con “Nulle part est un endroit” di Nach, che avrà come protagonista il krumping, danza di protesta nata nei sobborghi di Los Angeles, “Epic Everyday” di TC Howard, “Irene” di Alessandro Marzotto Levy e tanti altri.
Il cinema inizia il 31 ottobre con la proiezione al Lumière del “The Rocky Horror Picture Show”, per poi continuare con “Le paradis” di Zeno Graton il 3 ottobre, una storia d’amore travagliata in un centro di detenzione minorile. L’8 novembre ci sarà la prima europea di “Acsexybility” di Daniel Gonçalves, documentario che esplora la sessualità delle persone con disabilità e tenta di decostruire il pregiudizio legato ad esso; si avrà l’arte drag e la protesta politica al centro di “Queendom” di Agniia Galdanova, la storia delle stuntwoman Virginie, Petra ed Estelle in “Cascadeuses” di Elena Avdija e tante altre proiezioni.
Per le arti visive si avrà “A corpo libero. Esplorazioni sul desiderio” a cura del Gruppo Elettrogeno, Blubanana Studio e Coop. Accaparlante e gli scatti di Anna Pierobon in questa mostra installazione.
Gli incontri inizieranno il 1 novembre, al DAS, con Valentina Pinza che sarà con Huw Lemmey e Ben Miller per la presentazione di “Bad gays. Crudeli e spietati: una storia omossessuale”, libro che attraversa le varie figure omosessuali più crudeli e controverse della storia; poi ci sarà la presentazione di “Vive” di Alessandra Sarchi, in dialogo con Samanta Picciaiola, che, nel suo libro, decide di salvare alcune delle donne più famose della letteratura occidentale. La programmazione continuerà con Chiara Bottici e il suo ultimo libro “Nessuna sottomissione”, il fumetto “Che brava che sei! 8 storie di abilismo quotidiano” di Maria Chiara e Elena Paolini.
Tema molto a cuore all’organizzazione di Gender Bender è l’accessibilità e la fruibilità che, nel corso degli anni, sono stati messi come obiettivi e strutturati nel tempo. Per quest’edizione è stato semplificato il testo del programma per facilitare la lettura e la comprensione, ci saranno 8 appuntamenti che saranno interpretati in LIS per il pubblico sordo, 2 repliche di “Lampyris Noctiluca” saranno accompagnate da audiodescrizione poetica per renderlo fruibile al pubblico cieco e ipovedente.
ASCOLTA L’INTERVISTA A MAURO MENEGHELLI E DANIELE DEL POZZO: