Termina la stagione danza del Comunale Nuveau con il ritorno a Bologna del Gala internazionale di danza curato da Daniele Cipriani. Brillano Les Etoiles ancora una volta con un’alternanza di coreografie contemporanee e del repertorio classico. Tra gli interpreti l’immancabile e strepitoso Sergio Bernal e gli originalissimi Simone Replele e Sasha Riva che si esibiscono in passi a due al maschile di grande interesse; stupiscono per la loro straordinaria leggerezza e capacità tecnica Maria Kachetkava e Daniil Simkin che portano in scena prima il Pas de deux dell’atto II dello Schiaccianoci e poi quello dell’atto secondo de Le corsaire con le consuete coreografie di Petipa.
Sempre affollato il teatro per l’appuntamento con Les Etoiles, ovvero con stelle comete e astri nascenti nel firmamento del balletto, come recita la presentazione nel programma di sala. L’impresario e direttore artistico Cipriani con questo format di spettacolo riprende una modalità certo non nuova di mettere insieme noti ballerini provenienti da diverse parti del mondo per una serata di gala dando soprattutto a spettatori e spettatrici la possibilità di conoscerli o seguirli nel tempo, di anno in anno con le loro nuove creazioni coreografiche nonchè di confrontare, nell’esecuzione di coreografie ben codificate, i diversi esecutori che di anno in anno si avvicendano sul palco affrontando gli stessi pas de deux.
In questa edizione bolognese sono apprezzabili in particolar modo le novità sia coreografiche che gli interpreti che si affacciano su questo palco per la prima volta come la coppia Lucia Lacarra, étolie internazionale che nel 2023 ha dato vita a una sua compagnia, e Mattew Golding dal Royal Ballet di Londra, che propongono nel primo tempo, in un’atmosfera cupa e desolata, Finding Light, coreografia di Edward Liang su musica di Vivaldi in cui uniscono l’uso delle punte a una coreografia di danza contemporanea suggerendo un’idea di precarietà delle relazioni da vivere intensamente per la fugacità del momento. Nel secondo tempo la coppia sorprende con Snow storm coreografia di Yuri Passokhov su musica di Georggij Svidov che prevede una parte video alquanto suggestiva: un bosco in mezzo ai cui alberi si incontrano i due danzatori che poi appaiono sul reale palco e su muovono come se fossero ancora tra gli alberi che compaiono sullo sfondo in una ripresa in movimento che crea un ulteriore impressione di moto oltre a quello dei due corpi in scena. L’emozione cresce con l’apparire della neve nel filmato in corrispondenza a un climax musicale di tensione che suggerisce la tempesta climatica ed emotiva dei due amanti. La danza ben si amalgama al clima musicale e al filmato creando un forte impatto sul pubblico suggerendo l’emozione del perdersi e ritrovarsi tra i due protagonisti. Emozionano altresì i danzatori Lénore Baulac, dell’Opérà de Paris e Friedemann Vagel del Stuttgart Ballet nella proposta delle famose Trois gnossiennes di Satie coreografate da Hans van Manen che aprono la prima parte in un’atmosfera evanescente e delicata che prevede un intensificarsi di pathos nell’ultima gnossiennes che prevede l’esecuzione di salti e momenti di elevazione della danzatrice supportata dal porteur di grande effetto. Le coreografie più inedite e interessanti sono state tuttavia quelle proposte dalla coppia già citata formata dai danzatori Simone Repele e Sasha Riva che insieme hanno fondato nel 2020 l’associazione Riva&Repele a Ginevra puntando sulla proposta di propri lavori e di altri coreografi internazionali. Per questo gala i due danzatori hanno proposto Eyes open/Shut your eyes coreografato da Marco Goecke sulla musica di Twilight di Antony and ghe Johnsons in cui hanno indossato pantaloni rossi con frange che amplificavano i movimenti scattosi della coreografia su petto nudo. La musica lenta e melodica rendeva stranianti i movimenti estremamente nervosi della coppia. Tutta la coreografia era improntata su sequenze di impulsi energetici provenienti da diversi punti del corpo codificati ed eseguiti all’unisono o a solo. L’impressione era di corpi disarticolati capaci di controllare il movimento di singoli muscoli e parti del corpo isolandole e al contempo si percepiva un racconto, una narrazione come fosse un nuovo alfabeto morse corporeo a comporre frasi e discorsi. Nella seconda coreografia, I’m on your side, appositamente creata per Les étoiles dai due danzatori si sono presentati con dei vestiti da strada, quasi delle tute da lavoro presentando una postura curva quasi da anziano ed hanno danzato su diverse musiche che si sono susseguite. Al principio hanno danzato sulla canzone per sola voce John and the Farmer di Packie Manus Byrne caratterizzata da una voce molto bassa, un ritmo rapido da ballata popolare il cui ritornello permetteva il reiterarsi di un gioco di saltelli come una corsa sul posto, alternati a momenti in cui si muovevano curvi come affaticati dal lavoro o dalla vecchiaia. Col cambio musica, un brano melodico e disteso di Simon & Garfunkel intitolato Bridge over Troubled water, i due danzatori hanno mutato postura raddrizzandosi e alternando movimenti scattosi e altri fluidi fino a un momento realizzato in proscenio seduti sul bordo del palco utilizzando solo movimenti di braccia in un’atmosfera raccolta creata dall’illuminazione ristretta solo su di loro in quell’unico punto della scena. Una coreografia ed esecuzione davvero intrigante e divertente.
Non si può non citare il meraviglioso Sergio Bernal che ha incantato tutto l’uditorio riscuotendo applausi scroscianti per entrambe le sue proposte e ancora nel defilè finale e ancora e ancora ai saluti conclusivi. Bernal nel 2019 ha lasciato il Ballet Nacional de Epana ed ha fondato la sua compagnia, la Sergio Bernal Dance Company insieme a Riccardo Cue con cui presenta sue creazioni ricevendo premi di alto prestigio per la qualità e l’originalità delle sue proposte. Bernal ha già stupito il pubblico bolognese nelle precedenti edizioni de Les étoiles e in un suo spettacolo proposto lo scorso anno al Duse. Lo scorso settembre ha incantato tutti e tutte in San Petronio con la sua suggestiva coreografia in prima assoluta preghiera Padre Nostro per Memorare’24. In questa occasione ha proposto la sua Obertura su musica di Coetus presentandosi con una maglia luccicante di pailettes nera come i pantaloni lucidi e con un cappello. Sorprende sempre la commistione che opera tra flamenco e contemporanea e in questo caso ammiccando anche al musical proponendosi in giochi ritmici sulla musica di sola batteria sommando i battiti strumentali a quelli della musica corporea prodotta dallo sbattere dei tacchi, utilizzando poi in modo creativo l’oggetto scenico del cappello, come in passato ha fatto con mantelli o altri attrezzi scenici e creando effetti drammatici con i fasci di luce ora dall’alto ristretti su di lui, ora a illuminare con un susseguirsi di vari colori l’intero palco o sue porzioni con effetti emotivi differenti. Nella seconda creazione, intitolata, Rodin, su musica di Roque Banos, Bernal si presenta in scena con i soli slip color carne e scarpe altrettanto quasi invisibili che gli permettono di aggiungere alle pose statuarie, alla magia delle forme corporee e alla gestualità ora estroversa, ora introversa, scattosa o ampia e distesa, il tocco dei ritmi prodotti dai tacchi. La coreografia principia anzi senza musica con il solo suono dei tacchi, Bernal appare bianco, inondato di luce bianca dall’alto come un marmo in un museo in una stanza vuota, al movimento si alternano incredibili momenti di sospensione in cui si leggono pose e ricorre l’immagine del pensatore di Rodin. E con un cambio luci al blu che appare la musica melodica scelta dall’artista e ai tacchi si sostituiscono solo schiocchi di dita creando un’atmosfera differente. A un ulteriore cambio di luce al rosso la musica diventa più ritmata e flamencata e cresce anche il ritmo corporeo fino a un cambio di luce al bianco in cui Bernal esegue una perfetta spaccata a terra, lavora con il pavimento come partner in continue evoluzioni fino a ritornare alla figura statuaria accucciata del pensatore in bronzo del Musée Rodin.
Per quanto concerne la parte di coreografie classiche, indiscutibile la bravura delle due coppie formate da Alice Mariani e Bakhtiyar Adamzhan interpreti del pas de deux atto III del Don Chisciotte e Maria Kachetkava e Daniil Simkin che hanno presentato prima il Pas de deux dell’atto II dello Schaccianoci e poi quello dell’atto II de Le Corsaire, per quanto sicuramente siano brillati enormemente di più i secondi dei primi, tuttavia aver riproposto ancora sempre gli stessi pas de deux delle scorse edizioni, se pure con nuovi interpreti, ma anche con costumi meno sorprendenti, e non esclusivi, ha offuscato la piacevolezza di questa parte di repertorio classico facendo risaltare molto di più le coreografie innovative proposte dagli altri danzatori e danzatrici. Questa notazione nulla toglie all’emozione di veder danzare Kachetkava e Simkin, una nuvola di leggerezza eleganza e perfezione tecnica lei, straordinario lui con un’elevazione incredibile, pulizia ed energica gentilezza in ogni passo eseguito.
Complessivamente lo spettacolo è risultato efficace, emozionante, il pubblico ha apprezzato enormemente le proposte. Ultima replica il 29 dicembre ore 16:30, ancora posti disponibili in ogni ordine di posti, riduzioni speciali under 15, under 30 e riduzioni 30-35 anni e prezzi speciali riservati per gli abbonati a Arena del Sole, Teatro Duse e Teatro Celebrazioni. Biglietteria aperta per le rimanenze presso il Comunale Nouveau in Piazza della Costituzione, 4 a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo o acquistabili on line dal sito del teatro.