La casa automobilistica annuncia la mobilità per 19 dipendenti col pretesto di rispettare la sentenza di reintegro dei lavoratori Fiom. Airaudo: “L’ennesima ritorsione, respingeremo i licenziamenti”.
La Fiat ha annunciato che aprirà la procedura di mobilità, anticamera del licenziamento, per 19 dipendenti della Newco di Pomigliano D’Arco. La misura è stata giustificata dall’azienda con la necessità di fare posto al reintegro dei lavoratori Fiom, come sancito dalla Corte d’Appello di Roma. “Non essendoci spazi per l’inserimento di ulteriori lavoratori – scrive l’azienda guidata da Sergio Marchionne – è costretta a predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli strumenti necessari per provvedere alla riduzione di altrettanti lavoratori operanti in azienda”.
Una mossa che sa di ritorsione, almeno per Giorgio Airaudo, responsabile nazionale del settore auto della Fiom, che sottolinea il tentativo di Fiat di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri e di fomentare una guerra fra poveri.
“Non solo quei licenziamenti non sono giustificati – spiega Airaudo – ma stiamo aspettando la riassunzione dei 2300 lavoratori esclusi quando fu creata la Newco”.
Il sindacalista invita tutti i sindacati ad alzare la voce e non cedere alle provocazioni dell’azienda, respingendo ed impugnando i licenziamenti.
Il clima a Pomigliano, dunque, si fa pesante e la dirigenza Fiat continua a fomentare le divisioni fra i lavoratori. Nei giorni scorsi, infatti, era circolato un documento che chiedeva ai lavoratori stessi di firmare contro il reintegro degli operai Fiom, facendo leva sulla paura della perdita del posto.
“È ormai noto – osserva Airaudo – che quella raccolta di firme è stata promossa dai dirigenti”. Proprio per scongiurare azioni come queste, il fronte sindacale dovrebbe ricomporsi e opporsi alle provocazioni e alle azioni antisindacali dell’azienda.