Retribuzioni insufficienti per fronteggiare il costo della vita in città, carichi di lavoro in costante aumento, aggressioni sempre più frequenti e nessuna prospettiva di carriera. A questi fattori che attanagliano la professione infermieristica si aggiunge ora l’emergenza casa. Con le retribuzioni attuali, infatti, per un infermiere o un’infermiera che lavora a Bologna è impossibile avere accesso a un appartamento.
A lanciare l’allarme è il sindacato Nursind, che da mesi segnala la crescente difficoltà di attrarre e trattenere personale sanitario in città.
Il problema della casa investe anche gli infermieri: molti lasciano
«La nostra professione sta vivendo una crisi profonda – spiega Dario Antichi, dirigente sindacale e referente Nursind al Policlinico Sant’Orsola – e il costo della vita, in particolare quello delle abitazioni, è uno degli elementi più determinanti nella fuga degli infermieri».
Il tema della casa è diventato centrale. Secondo Antichi, trovare un alloggio compatibile con uno stipendio da infermiere è ormai impossibile. La crescente turistificazione di Bologna ha trasformato il mercato immobiliare, spingendo fuori dalla città anche chi lavora nei servizi essenziali, come appunto la sanità.
«Ogni settimana ci troviamo a gestire dimissioni di colleghi che se ne vanno. Non per mancanza di passione, ma perché non riescono più a sostenere economicamente la loro permanenza qui. Se ne vanno competenze, know-how, esperienze – continua Antichi – e il sistema sanitario locale si svuota giorno dopo giorno».
I numeri danno ragione all’analisi. Se nel 2016 i concorsi per infermieri in Emilia-Romagna registravano oltre 14mila candidature, oggi le adesioni si sono ridotte drasticamente: poco più di mille partecipanti all’ultimo bando, con meno di 700 arrivati all’orale. «E almeno uno su due rifiuterà l’incarico, scoraggiato dal costo della vita in città», sottolinea Antichi.
Anche i dati della Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche confermano il trend: solo dall’Emilia-Romagna, circa 2.500 infermieri sono emigrati all’estero dall’inizio degli anni Duemila, con un picco tra il 2019 e il 2021. La meta più ambita? L’Inghilterra, dove gli stipendi settimanali possono superare le 1.500 sterline.
«Servono soluzioni concrete, non solo promesse –ammonisce Antonella Rodigliano, segretaria regionale e provinciale del Nursind – La Regione ha espresso disponibilità a investire nel settore, ma a oggi i segnali tangibili ancora mancano. Servono interventi mirati sul costo della casa, incentivi alloggiativi, alloggi per il personale sanitario e politiche abitative che riconoscano il valore di chi lavora nei servizi pubblici».
ASCOLTA L’INTERVISTA A DARIO ANTICHI: