Tagliatori di nastri. Il 6 giugno scorso, a Parco Talon, il gotha della politica del territorio del distretto di Casalecchio, presente anche la vicepresidente della regione Elly Schlein, assisteva all’inaugurazione di un centro d’eccellenza a favore di giovani e adulti con disturbi del neurosviluppo.  La presidente della cooperativa che gestirà la struttura, nel suo discorso di presentazione, esaltava legittimamente l’importanza di un risultato ottenuto in sinergia con le realtà produttive e attive del territorio.  

Tagliatori di servizi. Nello stesso territorio, il 20 maggio, si apprendeva il risultato della gara d’appalto degli interventi scolastici in gestione ad ASC (Azienda Servizi per la Cittadinanza dei comuni del distretto), con l’assegnazione del lotto, in una logica sfacciatamente del massimo ribasso, a una cooperativa di Pavia. Sia chiaro, il problema non è chi partecipa e vince le gare d’appalto, sono le gare d’appalto in sé e come le si costruisce, premiando unicamente la logica ragionieristica del risparmio, che andrebbero cancellate.

Alcune educatrici e educatori di quel territorio, Federica e Valentina sono state anche nostre ospiti in trasmissione, ci hanno scritto. Per i numeri e i dettagli di questa infelice vicenda, vi rimandiamo alla lettera e all’intervista.

La partita tuttavia non è ancora finita. Si stanno facendo delle verifiche a causa di alcune anomalie riscontrate e nel contempo sindacati e cooperative si stanno muovendo per capire come rispondere alla cosa. Staremo a vedere.

Ma neppure un pur sperabile ripensamento, cancellerà la vergogna di un bando che a fronte di un aumento spropositato dell’utenza, mette a disposizione un budget decurtato già in partenza e che con arrogante disinvoltura mette nero su bianco il fatto che le tariffe non verranno adeguate neppure di fronte all’auspicabile rinnovo contrattuale dei lavoratori coinvolti. Anche questa volta, anche nei nostri territori, e non da oggi, la classe politica che governa casca dalle nuvole, finge di non conoscere le condizioni indegne in cui si trovano a operare questi lavoratori, ignora l’incessante fuga di queste competenze verso altri ambiti, fuga che in alcune aree del paese sta compromettendo lo stesso avvio di alcuni servizi essenziali. I nostri amministratori, quelli che ripetono come un mantra ad ogni nostra richiesta che “non ci sono soldi”, fanno parte degli stessi partiti che nel giro di una sola mattinata hanno trovato l’accordo per approvare alla Camera un ordine del giorno che impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese militari per portarlo al 2 per cento del Pil.

Nell’orizzonte di questa classe politica il lavoro sociale non serve per garantire diritti, tutt’al più per elargire qualche elemosina. Considerare l’educatore un mestiere di serie B, volerlo umiliare, ne è solo la logica conseguenza.