Le Edizioni Pendragon celebrano il centenario della nascita di Roberto Roversi: il 28 gennaio del 1923, a Bologna, nasceva uno degli intellettuali più importanti del secondo Novecento italiano. Libraio antiquario di professione, è stato poeta, corsivista, narratore, drammaturgo, critico letterario, paroliere. Amico e collaboratore diretto di molti dei più celebri scrittori italiani, ha scritto testi per Lucio Dalla e altri musicisti. Artista che decise di uscire dal mercato della cultura, autoproducendosi e pubblicando da sé i propri volumi e riuscendo a mantenere così una straordinaria coerenza stilistica. La sua attività è stata così vasta e profonda che ancora oggi, a cento anni dalla nascita e a dieci dalla morte, continuamente emergono testi e testimonianze che evidenziano sempre più quanto il suo lavoro abbia inciso nella cultura italiana.

Le Edizioni Pendragon raccontano Roberto Roversi

Le Edizioni Pendragon, che fino dagli anni Novanta del secolo scorso hanno pubblicato volumi di Roberto Roversi e accolto collane da lui ideate e dirette e che hanno esordito nel mondo dell’editoria con uno dei lavori di Roversi, desiderano che questo centenario sia l’occasione perché il suo lavoro divenga sempre più patrimonio della comunità culturale nazionale. «Cercheremo di tracciare un profilo biografico, culturale ed esistenziale di un uomo che ha lasciato un segno indelebile in tutte le persone che l’hanno incontrato» spiega ai nostri microfoni il coordinatore dell’evento Antonio Bagnoli. Per questo, Edizioni Pendragon sostengono e sosterranno un dialogo tra Roversi e le nuove generazioni, a dimostrazione di come «la sua produzione sia continuamente viva e rinnovata. Una sorta di classico, contemporaneo in ogni epoca», aggiunge Bagnoli. 

La prima iniziativa è “Chiedi chi era Roberto Roversi”, una doppia presentazione della vita e delle opere costruita attraverso l’ascolto di numerosi brani audio provenienti da un archivio sonoro di interviste da lui rilasciate alle radio tra gli anni Ottanta e il Duemila. A seguire, quattro artisti che non hanno mai conosciuto direttamente Roversi ma lo hanno scoperto dopo la sua morte – un gruppo musicale, un regista, un organizzatore di cultura e un incisore – porteranno la loro testimonianza. Il nome riprende una famosa canzone, come spiega Antonio Bagnoli: «abbiamo voluto parodiare la canzone Chiedi chi erano i Beatles, scritta proprio da Roberto Roversi e musicata dagli Stadio». Il doppio appuntamento sarà venerdì 27 gennaio alle ore 17.30 presso la Biblioteca dell’Archiginnasio, Sala dello Stabat Mater e sabato 28 gennaio alle ore 11 presso Auditorium Le Scuole a Pieve di Cento

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANTONIO BAGNOLI:

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