Si intitola “XYZ. Dialoghi leggeri tra inutili generazioni” lo spettacolo in scena a Teatri di Vita l’11 e il 12 ottobre. Ma, a differenza di altri appuntamenti della stagione, sul palco non saliranno solo attori. Ad essere coinvolti nella pièce, dove molto spazio avrà l’improvvisazione, saranno infatti i due principali candidati alla presidenza dell’Emilia-Romagna per le prossime elezioni regionali: Michele De Pascale e Elena Ugolini.
Nessun discorso elaborato da spin doctors di comunicazione, nessun copione che sia a loro noto: i due si confronteranno con 12 giovani attori fra generazione Y e generazione Z e un’attrice della generazione X.

A Teatri di Vita uno spettacolo coi candidati alle regionali De Pascale e Ugolini

Non è la prima volta che Teatri di Vita propone il format. In precedenza a calcare il palco erano stati i candidati al Parlamento nel collegio di Bologna. Lo spettacolo è ideato e diretto da Andrea Adriatico e coinvolge appunto 12 giovani attori e un’attrice della generazione X che raccontano esperienze, speranze, fallimenti e quella cosa che illude e disillude che è la politica: e lo fanno confrontandosi direttamente con chi nella politica ha deciso di investire.
Il format è stato presentato anche in diverse città, da Rovigo a L’Aquila, da Napoli a Cagliari, con diverse personalità politiche di tutte le formazioni politiche da destra a sinistra (da Matteo Lepore a Roberto Fico, da Massimo Zedda a Mattia Santori), e ora ritorna in città per incontrare i due candidati alla Presidenza della Regione Emilia Romagna, che si sfideranno nelle urne in novembre.

«Il gioco è quello di destrutturare l’immagine che solitamente i politici hanno – spiega ai nostri microfoni Adriatico – cioè ingessata, non troppo chiara e soprattutto non portatrice di limpidezze. I politici che si prestano io voglio ringraziarli perché vanno veramente senza rete, non accettiamo che vi siano territori che non si possono esplorare».
Lo scopo dello spettacolo, che non ha preclusioni di appartenenza politica, è quello di fare emergere l’anima del politico in modo più autentico rispetto a come emerge nei talk show o al ruolo che deve interpretare.