Torna Danza Urbana, il festival internazionale di danza che anno dopo anno ha tracciato nuove mappe e riscoperto luoghi di Bologna, per una edizione 2021 che festeggia il traguardo di un quarto di secolo. L’edizione XXV prende vita da mercoledì 1 a domenica 5 settembre con 14 artisti e 12 compagnie, di cui 2 internazionali, 6 dal territorio nazionale e 4 provenienti dalla regione Emilia- Romagna.

Il programma di Danza Urbana 2021

Nove sono gli spazi della città sia centrali che periferici che ospiteranno performance e coreografie: l’area di rigenerazione urbana DumBo, Palazzo Re Enzo, il Chiostro della Balisilica di San Martino; l’ex chiesa di San Mattia; l’Auditorium Enzo Biagi nella Biblioteca comunale Salaborsa; il Giardino Parker Lennon all’interno del Quartiere San Donato e infine il Giardino del Cavaticcio, luogo in cui avverrà la collaborazione tra Danza Urbana e Gender Bender per la presentazione del film Cunningham dell’artista di origine russa Alla Kovgan.

Il programma ha un inizio internazionale il primo settembre con 147 ABRAZOS, un duetto che esplora l’amore e le relazioni nelle sue forme di Sharon Fridman, per poi passare giovedì 2 alla coreografia site specific ECHOES di Cristina Kristal Rizzo. Si prosegue venerdì 3 con gli incontri nell’Auditorium Enzo Biagi e a Palazzo Re Enzo con tavole rotonde e performance legate al mondo della danza.

Sabato 4 settembre nell’affascinante Chiostro della Basilica di San Martino Fabrita D’Intino e Daria Greco si esibiranno in Tagadà, performance nata da riflessioni sugli strumenti del web durante il periodo del lockdown. Si conclude domenica 5 tra le strade del Quartiere San Donato per un’intera giornata riservata alla sezione Devi-Azioni, nata all’interno del laboratorio di co-progettazione Dall’aula alla città, in cui un gruppo di studenti universitari del DAR ha sviluppato la linea curatoriale in stretta condivisione con Massimo Carosi, direttore artistico di Danza Urbana, per riflettere sulle pratiche alternative di relazione con lo spazio pubblico.
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ASCOLTA L’INTERVISTA A MASSIMO CAROSI: