Come non celebrare la giornata della festa della donna, anche se la parola festa non si addice. L’8 marzo è una giornata di lotta, di resistenza, di stravaganza, per sentire ancora di più la nostra voce: una voce femminile, arrabbiata, accogliente, combattiva. Una voce donna.
Qui come sempre riportiamo gli articoli letti durante la ventesima puntata di Cult News:
“Sfogliando l’album di famiglia: le donne fra cibo e lavoro domestico” di Isabella De Silvestro
Che cos’è una famiglia se non un gruppo di persone che si raccoglie intorno a un tavolo e mangia insieme? E quante sono le nostalgie che attingono al ricordo di un piatto di pasta, di un brodo fumante, di un dolce come premio? Sono domande a cui risponde il materiale raccolto e digitalizzato dalla Fondazione Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna: oltre 500 pellicole amatoriali e private degli italiani girate tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del secolo scorso.
Dalle ritualità sociali alle tavole imbandite, dalla campagna all’industria passando per la grande trasformazione della filiera agroalimentare, il cibo è il protagonista delle memorie in pellicola degli italiani.
Ma queste immagini rivelano in maniera eclatante anche qualcos’altro: il lavoro delle donne, storicamente invisibilizzato. Dietro ogni pranzo di famiglia ci sono ore di preparazione, mani che impastano, pentole sul fuoco, gesti tramandati di generazione in generazione seguendo una genealogia solo femminile. Un lavoro di cura totalizzante eppure raramente riconosciuto. (…)
Ma la selezione dell’archivio non raccoglie solo la dimensione domestica o quella dei giorni dedicati alle scampagnate. Si trovano anche testimonianze filmiche del lavoro femminile nella ristorazione.
“Rassettare” è un verbo tutto femminile perché femminile è stato storicamente il compito del mettere in ordine, dello scuotere la tovaglia fuori dal balcone per liberarla dalle briciole, del riporre i piatti nella credenza dopo averli meticolosamente lavati e asciugati, del passare lo straccio sulle superfici per poi ricominciare la danza all’ora di cena. Un compito o un’arte?
L’articolo completo è su editorialedomani.it
Chi sono le femcel di Lucia per Marie Claire
Chi sono le “femcel”? Da “female” e “involuntary celibate”, il fenomeno che celebra la sofferenza non come una condizione da superare, ma come un linguaggio attraverso cui affermarsi, trasformando il malessere in una forma di autodeterminazione.
Associamo la parola incel a un uomo-che-odia-le-donne-perché-loro-non-lo-amano ma in realtà il termine “incel” è stato coniato proprio da una donna nel 1993. La ragazza prima di dissociarsi da quello che poi è diventato un movimento maschile e maschilista usava il blog per raccontare le sue sventure sentimentali. E il suo blog si chiamava proprio “Alana’s Involuntary Celibacy Project”.
Da nicchia del #web con il tempo gli incel sono diventati un movimento estremista che le autorità considerano una potenziale minaccia terroristica, soprattutto dopo alcuni atti violenti. Le #femcel, invece, hanno preso una strada diversa: anziché ribellarsi al sistema, hanno deciso di sfruttarlo. Ma, al posto di dar voce al disagio, la #femosfera rischia di rinchiuderlo in una gabbia di stereotipi, privandolo del suo potenziale trasformativo.
Il carosello completo sul profilo di Marie Claire
“Cherofobia: la paura di essere felici” di Bianca Pastore
La cherofobia potrebbe essere ingenuamente confusa con la depressione; al contrario, il cherofobico pratica un’attiva evasione delle emozioni positive: ha paura di essere infelice e quindi evita, preventivamente, tutto ciò che potrebbe renderlo gioioso, temendo che il meccanismo che porta felicità potrebbe “smettere di funzionare”. (…)
A volte le persone cherofobiche possono anche sentirsi in colpa di essere felici, sperimentando un’emozione secondaria che va a sbiadire qualsiasi emozione piacevole. La paura di essere felici, come una fobia, porta ad evitare ad ogni costo lo stimolo temuto, che in questo caso non è qualcosa di esterno (come la piazza per l’agorafobico), ma uno stato emotivo interno. (…)
Le cause di questo disagio psicologico tendenzialmente – ma senza generalizzare- rimandano alle esperienze infantili della persona, nelle quali un momento di felicità potrebbe essere stato seguito da un evento traumatico fisico o emotivo come una punizione, una delusione o anche una perdita importante.
L’articolo completo è su unobravo.it
“Piccolo manuale sessuale per l’uomo femminista” di Maia Mazaurette nella traduzione di Francesco Graziosi
La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il processo per gli abusi subiti da Gisèle Pelicot, il verdetto del processo all’attore e regista francese Nicolas Bedos, l’apertura e il rinvio del processo a Gérard Depardieu, l’aumento del 10 per cento del numero di casi di violenza domestica: che dire, gli ultimi giorni non sono stati affatto propizi per la libido femminile. In questi tempi di reazioni violente al femminismo, la sessualità è più che mai una zona di lotta, ma anche potenzialmente uno spazio di riparazione. Ecco quindi la mia guida pratica per gli uomini che hanno scelto di restare nostri alleati sotto le coperte.
1. Accettare la seduzione
Prendere in considerazione il punto di vista delle donne è uno dei più grandi progressi femministi degli ultimi anni, quindi partiamo ricordando che la parità a letto comincia, idealmente, nella fase della seduzione.
2. Rispettare il consenso
Non costringere la partner a fare sesso è ovviamente fondamentale.
(…) Lasciate che vi aiuti: il consenso deve essere libero, informato, specifico, reversibile ed entusiasta.
3. Tenere conto del carico di lavoro mentale
Per evitare tensioni nella relazione che portino a blocchi nell’intimità, può essere utile fare un rapido inventario di chi fa cosa. Questo vale per l’organizzazione pratica del rapporto sessuale (chi controlla che la camera da letto e i corpi siano ragionevolmente accoglienti), per la contraccezione (quale corpo è responsabile, quali sono le conseguenze, chi si occupa della logistica, chi paga), per l’erotismo (chi compra i sex toys e la biancheria sexy), e anche per lo sbocciare del desiderio (chi si occupa della preparazione). Meno lavoro mentale deve fare una donna, più tempo cerebrale ha a disposizione per il piacere.
L’articolo completo è su internazionale.it
Qui gli eventi per la giornata della donna, dal Comune di Bologna.
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Cult News è in diretta ogni venerdì mattina dalle 10.30 alle 11.30; l’agenda culturale che spazia fra suoni, letture ed eventi.
Di e con Flavia Montecchi.