A partire dalla mini-serie britannica uscita in questi giorni su Netflix che ha già fatto il giro del web, su Cult News parleremo di ragazzi e ragazze e dei loro comportamenti on line e off line. Ma anche di adulti e di atteggiamenti da evitare. Ecco alcuni degli articoli letti durante la diretta:

“Gli incel, la manosphere e tutti gli altri fenomeni preoccupanti trattati in Adolescence” di Paolo Armelli

Anche se Adolescence non è una storia vera, i due creatori sono partiti da un fenomeno preoccupantemente diffuso nel Regno Unito, ovvero le aggressioni a colpi di coltello, noti come knife attacks, che in questi anni sembrano all’ordine del giorno. L’Office for National Statistics ha riportato che in Inghilterra e Galles questo tipo di aggressioni è duplicato nell’ultimo decennio (…) “Uno dei nostri obiettivi era quello di chiederci: ‘Che cosa succede di questi tempi ai nostri giovani uomini, e quali sono le pressioni che affrontano dai loro coetanei, da internet e dai social?’”, ha dichiarato Graham a Tudum, il magazine online di Netflix.

L’idea dei creatori era quella di non gettare la colpa sui genitori e quindi è un contesto più generale che ha generato questa situazione. In particolare nel corso degli episodi si scopre che Jamie viene accusato (anche dalla vittima) di essere un incel (…) involuntary celibacy: molti maschi, in altre parole, sono convinti di essere esclusi da relazioni romantiche e sessuali non per proprie particolari mancanze ma a causa delle donne, spesso dipinte in modo crudele, misogino e vittimistico. (…)

Articolo completo su wired.it

“Chiedimi se sono infelice: le domande degli adolescenti sui social” di Anna Ferri

I social sono ingannevoli: la velocità e facilità di interazione annulla la distanza tra noi e le vite degli altri. L’opzione domande di Instagram arriva nel 2018 e consente di farsi inviare quesiti senza però garantire completamente l’anonimato. 

Per quello si dovrà attendere il 2020, con app come Ngl  – Not Gonna Lie – che consente di creare un profilo esterno con link da condividere nelle storie e che offre un anonimato totale (…) 

Ask.fm, il social pioniere delle domande anonime, nasce nel 2010 e diventa subito famoso tra gli adolescenti, (…) chiude il 1 dicembre 2024 ma il suo spirito continua a vagare in tutti i social. (…)

Ho sempre pensato fossero i boomer gli unici a caricare contenuti sullo stato di Whatsapp ma questa mia (irragionevole, evidentemente) certezza è crollata il giorno in cui mi arriva la richiesta di approvazione per scaricare un’app sullo smartphone di mia figlia, che va alle medie.

Per capire che cos’è la devo googolare e scopro che serve a generare link per domande anonime. «Non hai i social» le dico e lei, con la supponenza dell’adolescenza, taglia corto: «La uso su Whatsapp. Lo fanno tutti». Qualche ora dopo apro Whatsapp e l’aspetto al varco, (…) 

Ed è lì, poco dopo, che vedo spuntare sullo stato la richiesta: fammi una domanda anonima con sotto il link per partecipare. (…) Nei giorni successivi le domande fioccano come la neve (…)

Mi si apre un mondo: i giovanissimi senza accesso ai social network si sono organizzati per riprodurre le stesse dinamiche sugli spazi digitali che possono utilizzare, rivelandosi molto scaltri nell’aggirare le regole imposte dagli adulti e costringendoci a fare i conti con l’unica cosa utile che possiamo fare, anche se faticosa e complicata (soprattutto perché non siamo particolarmente preparati neanche noi): educarli a gestire al meglio la loro vita online come quella offline (…)

Articolo completo su editorialedomani.it

“Cancellate la app perditempo” di Alberto Pellai

Un giorno sono salito su un aereo che mi avrebbe condotto da Bari a Milano: un’ora e mezza di volo che ho condiviso con un genitore e la propria figlia di 5/6 anni seduti al mio fianco.

È stato un viaggio dove ho sperimentato una situazione che non mi era mai accaduta prima. Ovvero: dal primo minuto di permanenza sul volo, l’adulto ha acceso il proprio smartphone e ha cominciato a giocare con un solitario di carte, spegnendolo un secondo prima di slacciare le cinture di sicurezza (…)

La bambina al suo fianco ha provato a interagire una decina di volte. Ma tutte le volte è stata zittita con l’invito a non disturbare perché su quell’aereo c’erano molte altre persone. (…)

forse è tempo che noi adulti diventiamo consapevoli di quanta vita reale stiamo perdendo a causa del nostro esserci dislocati nel virtuale e di quanta vita, di rimando, stiamo facendo perdere a chi sta crescendo. (…) Per insegnare a chi cresce ad amare la relazionalità e vederci come riferimento dobbiamo esserlo davvero. È in situazioni come un volo in aereo che un bambino impara a cosa servono gli adulti e li fa diventare riferimento per la propria vita. L’adulto che sa stare dentro situazioni impegnative e faticose con un bambino, a sua volta in quella fatica troverà molto più appagamento di quanto ne fornisce un gioco digitale. 

Articolo completo su marieclaire.it

“Sembra che non ci piaccia vivere nel 2025” di Chiara Lanzavecchia

Ascoltiamo musica vecchia, mettiamo vestiti vecchi, amiamo le foto su pellicola, il design e le auto vintage; sorge spontaneo chiedersi: vogliamo davvero vivere nel 2025 se ne rifuggiamo quasi tutti gli elementi di innovazione?

Quella che per anni abbiamo chiamato “nostalgia” è forse solo un più grande sintomo di insoddisfazione rispetto a quello che ci offre il presente. Se vogliamo indossare solo vestiti vintage è perché non ci piacciono quelli di oggi? E i film? La musica? Forse lo stesso. 

Sembrava così strano che la Gen-Z avesse nostalgia di un tempo che non aveva mai vissuto; negli anni scorsi moltissimi si sono interrogati sulla stranezza di questo fenomeno mettendo però forse poco in dubbio il presente. Ad oggi, tranne qualche raro caso come l’amore spropositato per ChatGPT, la tecnologia sembra aver stancato moltissimi che scappano dai social e preferirebbero non essere dipendenti dai loro telefoni (vedi il ritorno dei telefoni con i tasti). (…)

Alcuni punti dell’elenco di Chiara Lanzavecchi

Ascoltiamo musica datata

Nell’ultimo anno il 50% della musica ascoltata era di almeno 5 anni prima; un bel ritorno del vecchio alla faccia della nuova musica.

Archiviamo qualsiasi cosa
L’ossessione per gli archivi e il preservare (per poi scavarci dentro) tutto l’intrattenimento del passato come se fosse un tesoro e un rifugio.

Scattiamo in analogico
Telefoni con fotocamere sempre migliori ma quello che vogliamo è il grain della pellicola e del VHS.

Articolo completo su outpump.com

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Cult News è in diretta ogni venerdì mattina dalle 10.30 alle 11.30; l’agenda culturale che spazia fra suoni, letture ed eventi.
Di e con Flavia Montecchi.