Gli attivisti del Laboratorio Crash sono entrati nell’edificio abbandonato delle Poste in via Zanardi 28 per un “Tour della vergogna”. Un’occupazione che vuole essere transitoria se si sblocca la trattativa per la nuova sede. Le Poste prese di mira per il rifiuto ad un qualsiasi accordo.
“Un tour della vergogna“. Così gli attivisti del Laboratorio Crash hanno definito l’azione che li ha portati ad entrare nello stabile di proprietà delle Poste in via Zanardi 28, abbandonati da ormai trent’anni.
“Abbiamo trovato siringhe e degrado”, racconta ai nostri microfoni Michele, uno degli attivisti del centro sociale sgomberato lo scorso 8 agosto.
“Con questa azione quindi vogliamo denunciare un caso esemplare di speculazione di un ente privato ai danni del territorio che davanti a km di metri quadrati non utilizzati da decenni senza alcun pudore si ostina a tenere questi cancelli chiusi – scrivono gli attivisti su Fb – Dove per anni c’era stato degrado e abbandono oggi potevano esserci i lavori per preparare uno spazio accogliente all’aggregazione sociale, all’autoproduzione e autogestione culturale, alla solidarietà e al mutualismo, e invece questi edifici resteranno ancora in questa situazione oscena aiutando il mercato immobiliare a fluttuare per poi essere svenduto a qualche ricco amico imprenditore”.
L’azione rientra nella vicenda della trattativa per un nuovo spazio al Laboratorio Crash che, nonostante le promesse, si è arenata a causa dei rifiuti dei soggetti privati, tra cui la stessa Poste, a trovare un accordo con gli attivisti per l’uso di una delle tante strutture abbandonate.
Ma con l’azione di oggi Crash ha trovato una nuova casa? L’occupazione, fanno intendere gli attivisti, è temporanea se ripartirà la trattativa e se finalmente verrà individuata una nuova sede per il collettivo. Altrimenti l’occupazione potrebbe durare più a lungo o riguardare altri edifici abbandonati dei tanti presenti in città.
ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE: