Tutto comincia quando Mario Monti e Francesco Profumo, Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca decidono di abolire il valore legale del titolo di studio. Una proposta che non piace, e allora avviano una Consultazione pubblica sul tema, ma anche questa presenta alcuni problemi.
Secondo le Assemblee nazionali Università bene comune e Scuola bene comune, questo sondaggio è “organizzato in modo tale che appare realizzato pregiudizialmente al fine di ottenere un risultato scontato: “Sì all’abolizione del valore legale del titolo di studio”.
E allora nasce l’idea di un controsondaggio che possa
offrire ad ogni cittadina/o della Repubblica la possibilità di esprimersi in modo diretto su un tema che riguarda il futuro del nostro paese e la qualità della nostra democrazia: garantire o non garantire uguaglianza di opportunità nella formazione scolastica e universitaria alle nuove generazioni ?
Ma perché il valore legale è così importante ? Cosa succede se dovesse venire eliminato ? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Tassinari, docente di Statistica Economica all’università di Bologna, che nell’intervista qui sotto spiega come il rischio sia quello di una privatizzazione dell’Università
Il risultato della cancellazione del valore legale del titolo di studio, farebbe sì che il valore della laurea non è certificato dallo Stato, ma affidato solo alla reputazione dell’Università o dell’Istituto che lo emette. E porterebbe a classificare i diplomati e i laureati solo in base alla scuola o all’ateneo di provenienza, e non alle reali qualità e capacità. Se uno studente potrà permettersi l’iscrizione in una buona scuola, e potrà farlo solo grazie a facoltosi genitori, solo allora avrà una buona istruzione.