La prima de “Le nozze di Figaro”, in programma il 26 maggio al Teatro Comunale, rischia di saltare per lo sciopero generale dei lavoratori dopo i 30 licenziamenti annunciati dalla direzione. I sindacati: “Gli accordi sul risanamento non sono stati rispettati”.
Sciopero delle attività al di fuori dell’orario di lavoro e fuori dalla programmazione prevista, ma soprattutto sciopero generale il 26 maggio, in occasione della prima de “Le nozze di Figaro”, che dunque rischia di saltare.
È dura la reazione dei lavoratori del Teatro Comunale di Bologna all’annuncio di 30 licenziamenti da parte della direzione, avvenuto qualche giorno fa. I sindacati denunciano che gli accordi sottoscritti per il piano di risanamento del teatro sono stati violati e la disponibilità ad una trattativa è stata ignorata.
La direzione, nell’annunciare i licenziamenti, ha fatto riferimento alla legge Bray, ma è sull’interpretazione di quanto accaduto fino ad oggi che non c’è convergenza.
“Nel gennaio del 2014 – spiega ai nostri microfoni Antonio Rossa della Slc Cgil – abbiamo firmato un accordo contestuale al piano di risanamento nel quale si diceva chiaramente che era necessario un accordo sindacale per procedere al risanamento, attraverso, ad esempio, pensionamenti o ricollocamenti su base volontaria“.
Non solo: l’accordo prevedeva anche un livello di organico che non è stato raggiunto. Dunque, secondo i sindacati, i licenziamenti non sono giustificati. “Anzi – prosegue Rossa – i licenziamenti peggioreranno la situazione del teatro”.
Se in questi anni gli Enti locali, Comune in primis, hanno aumentato le quote all’interno della struttura, così non è stato per il Ministero, che ha tagliato le risorse.
La Cgil è scettica anche sulle promesse avanzate dopo l’annuncio dei licenziamenti. “Ci dicono che i licenziamenti saranno alleviati da una possibile ricollocazione di alcuni lavoratori all’interno di Ales spa, una società del Ministero – prosegue il sindacalista – L’assessore alla Cultura Conte sostiene che alcuni lavoratori andranno a lavorare in pinacoteca. Ma c’è davvero bisogno di personale in pinacoteca? Come si può discutere a queste condizioni?”.
La preoccupazione e il sospetto che lavoratori e sindacati hanno, inoltre, è che ciò che sta avvenendo sia solo l’inizio di un processo di precarizzazione del teatro, con l’espulsione dell’organico in pianta stabile e la trasformazione del Teatro Comunale di Bologna in qualcosa di diverso da ciò che è oggi, ovvero una struttura in grado di proporre al mondo un patrimonio fondamentale, come la musica lirico-sinfonica.
Domani, all’interno delle procedure per i licenziamenti, i sindacati incontreranno le controparti. La condizione di base per scongiurare lo sciopero del 26 e il conseguente annullamento della prima de “Le nozze di Figaro” è che vengano ritirati i licenziamenti e si riapra un confronto.