Dopo aver segnalato i problemi rilevati dalla sperimentazione di Tper nei mesi scorsi, la Cgil preferisce aspettare per fare un primo bilancio dell’impatto di Città 30 sugli autobus del trasporto pubblico locale. «I tempi di percorrenza, nei test, aumentavano dai 3 ai 5 minuti – ci ha spiegato telefonicamente Andrea Matteuzzi, segretario della Filt-Cgil di Bologna – Ieri c’è stato un po’ di caos, ma anche a causa della manifestazione degli autisti Ncc, quindi per fare un bilancio bisogna aspettare qualche giorno».

Il tema delle conseguenze per il trasporto pubblico con i nuovi limiti di velocità, però, è molto sentito sia dai lavoratori del settore e rispettivi sindacati, sia dagli utenti che utilizzano l’autobus per i propri spostamenti.
Dalle testimonianze raccolte ieri, primo giorno di controlli di Bologna Città 30, emerge un quadro diversificato. C’è chi segnala che il proprio bus è arrivato puntuale come raramente accadeva in precedenza e chi, invece, riporta significativi ritardi e corse saltate, in particolare su linee già ostacolate dal problema della torre Garisenda, come il 27.

La questione del trasporto pubblico locale alla prova di Bologna Città 30

Nella giornata di ieri è stato particolarmente duro il commento di Max Colonna, responsabile di Uiltrasporti. «Uno può anche credere agli asini che volano, ma con il limite dei 30 la verità è che aumenta il tempo necessario per andare da un capolinea all’altro», ha detto il sindacalista, che ha anche riportato il messaggio di un autista di autobus: «Dopo le prime tre ore di servizio ha 23 minuti di ritardo». Uiltrasporti, dunque, chiede fin da ora che i tempi di percorrenza programmati coincidano con i tempi di percorrenza reali che si stanno venendo a creare.

La questione degli autobus ai tempi della Città 30 sembra mettere d’accordo anche sindacati che spesso sono in conflitto. Usb, ad esempio, lunedì scorso ha definito l’introduzione di Città 30 la “tempesta perfetta”, non perché il sindacato sia contrario alla misura dei 30 km/h, come ha precisato Luigi Marinelli, ma perché la situazione in cui versa il trasporto pubblico locale, con una fuga di autisti che ne determina la carenza, l’eccessivo uso dello straordinario e retribuzioni non adeguate rischia di compromettere lo stesso servizio pubblico.

Proprio i sindacati di base hanno proclamato per il prossimo 24 gennaio uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale. A meno che il ministro Matteo Salvini non precetti anche questa mobilitazione, gli autisti degli autobus e il personale delle aziende di trasporto incroceranno le braccia, chiedendo tra le altre cose anche un maggior finanziamento del settore.
La mobilitazione, quindi, non è dovuta alla questione di Città 30, ma a Bologna l’argomento rientra nelle riflessioni sindacali.

Se per valutare il reale impatto di Città 30 sul trasporto pubblico locale occorre qualche giorno, in particolare per capire se ritardi e disservizi sono effettivamente dovuti ai nuovi limiti di velocità o se, invece, sono determinati da altri fattori come fiere, cantieri, incidenti, ecc…, fin da subito i sindacati chiedono quasi in coro di rimodulare le corse e gli orari e, soprattutto, non scaricare sulle lavoratrici e i lavoratori del settore e sulle loro condizioni di lavoro il peso di Città 30.

ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELA DE MICHELE, LUIGI MARINELLI E SEBASTIANO TAUMATURGO DI USB: