Dopo il blitz dei collettivi presso l’ex-caserma Gamberini di Ozzano, che nelle prossime ore si trasformerà in un nuovo Centro di accoglienza straordinaria (Cas), la struttura finisce al centro dell’attenzione di Coalizione Civica a Bologna e di Progresso Ozzano, lista civica del Comune sulla prima collina bolognese.
Da una relazione tecnica commissionata nel 2020 dall’Amministrazione per comprendere se lo spazio poteva essere usato temporaneamente per una scuola, infatti, emerge che l’ex-caserma necessita di lavori di manutenzione per una cifra cospica, 751mila euro.

Migranti in arrivo nel nuovo Cas di Ozzano, ma la struttura necessita lavori

Lavori che, sottolineano i consiglieri comunali, non sono stati realizzati. Eppure nelle poche ore dovrebbero essere trasferiti lì i primi migranti.
«Le prime persone saranno ospitate in minuscoli container – osserva ai nostri microfoni Detjon Begaj, consigliere di Coalizione Civica – ma la cosa non andrà avanti a lungo, perché secondo i piani nel Cas di Ozzano dovranno arrivare circa 300 persone e forse di più».
Nella relazione tecnica del Comune di Ozzano, in particolare, si evince che i locali non sarebbero agibili, poiché gli interventi effettuati nei decenni scorsi sono stati realizzati con materiali scadenti e «non sappiamo se sia stato risolto un problema all’impianto elettrico», sottolinea Begaj.

Secondo i consiglieri di Progresso Ozzano che giovedì scorso hanno effettuato un sopralluogo nella struttura, non è stato fatto nessun tipo di intervento, neanche l’imbiancatura. «È stata fatta solo una pulizia con la candeggina», riporta la consigliera Bruna Bandini.
I problemi, però, sono anche di natura progettuale. «Nel contratto con Nova Facility non prevede nessun progetto di integrazione, nemmeno una scuola di italiano», sottolinea Bagaj.

Anche l’Anci dell’Emilia-Romagna esprime «forte preoccupazione per la prossima apertura di un Cas nella caserma Gamberini di Ozzano dell’Emilia». A dirlo è il delegato politico all’Immigrazione dell’associazione dei Comuni, il vicesindaco e assessore alle Politiche per l’accoglienza di Casalecchio di Reno Massimo Masetti. Il problema principale, secondo l’esponente dell’Anci regionale, è che prevedere «300 posti in una struttura isolata e che necessiterebbe di lavori di adeguamento strutturali per renderla adatta allo scopo comporta il rischio di creare un secondo Mattei e questo non è sostenibile».

Perché, allora, proseguire con la politica dei maxi-centri di accoglienza se sono forieri di problemi? «C’è un progetto politico dietro queste scelte – afferma l’esponente di Coalizione Civica – Il governo vuole creare tensione sociale nei Comuni, perché quando in un Comune come quello di Ozzano, che ha 14mila abitanti, apri una struttura del genere senza nessun progetto, è chiaro che scarichi una tensione sul territorio. Ma l’insicurezza non è determinata dall’accoglienza, ma dalla mancata accoglienza. Il governo non vuole accogliere, vuole continuare a usare i corpi delle persone migranti a fini propagandistici».

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