Più di una persona, in queste ore, penserà «avevamo ragione». E la ragione l’ha certificata chi non ti aspetti, l’ideatore della stessa struttura. Fico Eataly World, ribattezzato “la Disneyland del cibo”, chiuderà i battenti il prossimo 31 dicembre dopo anni e anni di bilanci in rosso e stenti che sono sembrati un accanimento terapeutico.
Ad annunciarlo è stato proprio Oscar Farinetti, patron di Eataly, che ha fortemente voluto la struttura. «Fra le cose che non mi sono venute bene, Fico è una di queste – ha affermato Farinetti – Anche se a me piace da morire. Forse mi sono spiegato male, quindi va rivisto».

Fico chiude, ma il modello non è stato un (completo) fallimento

Per non ammettere una completa debacle, però, Farinetti rilancia. Se Fico chiuderà a fine anno, dopo quattro mesi di lavori la struttura riaprirà ad aprile con un altro nome, Grand Tour Italia.
«Rappresenterà il viaggio nell’Italia e nelle regioni: si entrerà in Val d’Aosta, si uscirà in Sicilia e Sardegna passando in mezzo a tutte le regioni italiane», ha detto Farinetti ai microfoni di Radio24.

Ma quello di Fico è stato un fallimento completo? Dal punto di vista economico sicuramente sì, ma non necessariamente dal punto di vista “ideologico”. A sostenere questa tesi sono diversi, tra cui Wolf Bukowski che aveva anticipato questo tema nella nostra inchiesta “Ristoranti da incubo – il dietro le quinte della City of Food”.
In particolare, quello che sembra essersi realizzato è un paradosso. Se Fico non è mai decollato, forse anche per la posizione decentrata, il Caab di Bologna, quel modello sembra però essere diventato dominante nell’intera città, in particolare nel centro storico.

La combo turismo-cibo, nello specifico, sembra aver condizionato lo sviluppo di Bologna, come certificano alcuni dati. Non più tardi di due giorni fa Palazzo D’Accursio registrava il record di entrate per la tassa di soggiorno nelle strutture turistiche. Più di 6 milioni di euro nel primo semestre 2023, che a fine anno potrebbero diventare 12, cifra mai raggiunta. Le conseguenze le conoscono tutti coloro che cercano una casa a prezzi accessibili in città.
Al tempo stesso, dal 2014 ad oggi le attività economiche nel settore della ristorazione sono aumentate di mille unità sotto le Due Torri, così come certificano i dati della Camera di Commercio.
In altre parole, quindi, Fico è stato un fallimento economico per Eataly, ma un successo nell’ideologia che fa del cibo uno strumento di marketing politico funzionale al turismo.