Dal marketing territoriale con veri e propri brand cittadini ad eventi o progetti che lo hanno al centro, fino a format televisivi che costruiscono una narrativa e un immaginario. Il cibo, in Italia e a Bologna in particolare, rappresenta una vera e propria ossessione, ma anche grandissimo business. Il settore della ristorazione, in particolare, negli ultimi anni è ulteriormente esploso e nei centri cittadini si sono moltiplicate attività ristorative di ogni tipo.
A quale prezzo? Ci paga il conto? Domande che difficilmente ci si pone, ma che hanno molto a che fare con le condizioni di chi lavora nel settore.

Nell’inchiesta “Ristoranti da incubo” il dietro le quinte della City of Food

Da questo pomeriggio su Radio Città Fujiko andrà in onda “Ristoranti da incubo: il dietro le quinte della city of food”. Si tratta di un’inchiesta attraverso la quale Sofia Centioni ha cercato di raccontare le condizioni di lavoro nel mondo della ristorazione, le problematiche più diffuse, le riflessioni del sindacato e quelle di esperti che già si sono occupati del tema. L’inchiesta sarà divisa in cinque puntate, che potrete ascoltare dal lunedì al venerdì su Radical Pop, tra le 16 e le 18.

Nella prima puntata, grazie all’aiuto di Wolf Bukowski, autore de “La danza delle mozzarelle” e “La santa crociata del porco”, abbiamo cercato di raccontare come Bologna sia cambiata dal 2014 in poi, dopo la creazione del brand ”Bologna City of Food”. Il sociologo dell’Università di Bergamo Loris Caruso e lo scrittore Alberto Prunetti ci hanno invece aiutati a capire come Masterchef e trasmissioni simili impattino sul nostro immaginario e sul lavoro di chef, camerieri e cameriere.
In altre parole, nella prima puntata analizzeremo la costruzione retorica e culturale attorno al tema del cibo.

Nella seconda puntata, invece, grazie alle riflessioni di Elisa Carlucci, Umberto Iannucci, Anna Maria Russo e Emidio Santangelo, funzionari e funzionarie della Filcams-Cgil, ma anche grazie alle testimonianze di alcuni lavoratori, metteremo in luce la precarietà dei contratti che caratterizza questo settore e il perché la situazione sembra essere immutabile ormai da decenni.

Ma cosa ne pensano lavoratori e lavoratrici? Dalla terza puntata in poi abbiamo cercato di restituire il loro punto di vista – in particolare quello di Filippo, Antonio, Sarah e Edoardo – ma anche quello di chi sceglie di aprire un ristorante. Nella terza puntata ci siamo concentrate sulle condizioni lavorative, la consuetudine a svolgere sempre molte più ore del dovuto e quella di lavorare sotto personale. Andrea, invece, ci ha aiutato a capire quali sono gli ostacoli per ristoratori e ristoratrici.

Nella quarta puntata abbiamo cercato di indagare il tema di come il lavoro impatti sulla vita privata e sulla salute mentale delle persone che svolgono questo mestiere. Un piccolo spoiler: purtroppo si tratta di un lavoro talmente ingombrante da occupare gran parte del tempo e dei pensieri di chef, camerieri e cameriere.
In conclusione, dopo aver cercato di analizzare le responsabilità delle istituzioni, dei ristoratori e delle ristoratrici e di chi dovrebbe effettuare i controlli, nell’ultima puntata dell’inchiesta ci siamo rivolte a un’altra categoria di persone che ha una grande responsabilità nei confronti di chi lavora in questo settore: quella dei e delle clienti.

RIASCOLTA LE PUNTATE DELL’INCHIESTA:
Ascolta “Ristoranti da incubo” su Spreaker.