Messa da parte la collaborazione con il quartire Santo Stefano, lunedì 14 Atlantide riparte con un intervento diretto rivolto alla Giunta di Palazzo d’Accursio: “Vogliamo ricordare al Comune che esistiamo”. Sul tavolo delle trattative la minaccia di sgombero.

Dopo anni di silenzi e indifferenza, si apre la possibilità di un dialogo tra l’Associazione Atlantide e il Comune di Bologna. Sul tavolo delle trattative c’è la minaccia di sgombero dallo spazio che l’associazione occupa dal 1998, dovuta alla mancata vincita del bando del quartiere Santo Stefano. L’appuntamento è per lunedì 14 gennaio alle 13.

Dopo la partecipatissima assemblea del 9 gennaio, gli attivisti dello spazio sociale del Cassero di Porta Santo Stefano, ripartono alla volta di Palazzo d’Accursio per ottenere ascolto da parte del Consiglio, che sarà riunito in seduta. “Abbiamo sempre dato per scontato che il nostro valore politico e le nostre azioni fossero un primo passo per il riconoscimento  di appartenenza allo spazio stesso, cosa che in effetti oggi non è avvenuta” commenta Venere presidente di Clitoristrix – Quelle Che Non Ci Stanno. “Vogliamo dire alla Giunta che esistiamo, che ciò che facciamo non è riproducibile in nessun altro spazio, perché trattiamo temi e argomenti assolutamente trasversali, che vanno a toccare le relazioni”.

La volontà di rivolgersi direttamente al Comune, spiegano da Atlantide, deriva da una mancata collabrazione con il Quartiere, che non si occupa degli interessi specifici dello spazio. A sostegno della causa, oltre all’intervento diretto del 14 in Comune, Atlantide ha dato il via ad una petizione che conta già più di 1000 firme, firme personali che testimoniano la partecipazione allo spazio sociale.

Per firmare la petizione clicca qui.

Tutte le info su www.atlantide-resiste.blogspot.it