Un mese di tempo per lasciare gli spazi che i collettivi di Atlantide usano da 15 anni. È il contenuto della lettera recapitata questa mattina dall’Amministrazione comunale, con la quale viene indicato il primo maggio come termine ultimo prima che lo sgombero divenga esecutivo.
Era nell’aria da un po’ di tempo, e questa mattina – 1 aprile – quasi come uno scherzo del destino, il pesce d’aprile diventa amara realtà per Atlantide. I collettivi sono stati raggiunti da una lettera di sfratto con cui il Comune di Bologna li invita ad abbandonare il cassero di Porta Santo Stefano entro 15 giorni. Scaduto questo termine, lo stabile sarà sgomberato dopo altri 15 giorni, a partire dal primo maggio.
La vicenda è ormai nota da tempo. L’Amministrazione intende liberare il cassero di Porta Santo Stefano, sede dei collettivi di Atlantide da 15 anni, per fare spazio alle due associazioni vincitrici del bando dell’estate 2012 – Xenia e Evoè – e assegnare loro lo stabile.
“La nostra risposta è che Atlantide è da sempre un bene collettivo e che pertanto resta dov’è – afferma Beatrice Busi – Il passaggio che abbiamo deciso di fare è quello dello scioglimento delle associazioni, e dell’adesione al progetto di Comitato per la prmozione e la tutela dell’esperienze sociali di autogestione, lanciato da Xm24. Quello che intendiamo fare – continua – è rivendicare la natura collettiva di autogestione, autorganizzazione e autodeterminazione della nostra esperienza, che non può essere cancellata a colpi di bando e tantomeno di sgombero”
“Non ci sono stati contatti diretti con l’Amministrazione comunale né con quella del quartiere – fa sapere ancora Beatrice – hanno scelto questa via, una lettera che contiene una data precisa per lo sgombero. Noi siamo sempre stati disponibili a dialogare con l’amministrazione – conclude – ma non su una base ricattatoria”.
Andrea Perolino