Al Teatro dell’ABC (Piazza di Porta Castiglione, 3) da venerdì 24 a sabato 26 novembre prossimi: al centro il tema del confine – tra sé e gli altri, tra le culture, tra passione e ossessione, tra arte e scienza – indagato da una molteplicità di punti di vista nella nuova proposta culturale di ABC Arte Bologna.
Il concetto di confine
Non c’è nulla di così concreto e al tempo stesso così astratto del confine, soggetto a una costante ridefinizione – basti pensare al confine tra Stati, di così drammatica attualità nel nostro presente – o giuridicamente determinato; e insieme sfumato quando si passa alla sfera della morale, o dell’individualità. Ed è proprio quella terra di nessuno, quella
soglia indefinita che tenta di indagare la prima edizione del Festival del Confine, ideato dall’associazione ABC Arte Bologna Cultura.
Il programma
La manifestazione si compone di sei appuntamenti: tre incontri in fascia pomeridiana, e tre spettacoli serali, ingresso libero, che affrontano, da angolature e prospettive differenti, il tema del confine. Il Festival inaugura venerdì 24 novembre alle ore 17.30 con Andrea Zhok, filosofo e accademico italiano, professore di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano, esplorerà “Il confine del sé”, il concetto di identità personale, il senso che conferiamo alla
nostra esistenza, tra “maschere”, autoinganni e ricerca di autenticità. Modera gli incontri il poeta Gabriele Via. Alle 21.30 la performance/concerto “Il confine tra normalità e follia” con le sculture sonore di Pol Palli, il clarinetto di Guglielmo Pagnozzi, la viola di Valentino Corvino e le letture da Antonin Artaud di Gabriele Via.
Sabato 25 novembre alle ore 16 salirà sul palco Francesca Rigotti, filosofa e saggista, già docente delle Università di Göttingen e di Zurigo e visiting fellow all’Università di Princeton, dal 1996 all’Università della Svizzera italiana, nella conferenza “Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite”: dal limite come pienezza, sicurezza, protezione (coscienza della nostra finitudine e limitatezza nel pensiero greco), al limite come mancanza e desiderio di superarla nella nostra epoca della illimitatezza esasperata. La performance-concerto serale alle 21.00, dal titolo “Il confine tra le culture”, vedrà la partecipazione di Maram al-Masri, poetessa e scrittrice siriana, esule a Parigi dal 1982, una delle voci di riferimento della poesia contemporanea araba: la sua scrittura esplora una dimensione intimistica, in cui gesti e oggetti del quotidiano sono umanizzati e caricati di forti significati, toccando anche temi come la solitudine dell’immigrato, la nostalgia per la propria terra, la libertà della donna. Dialogherà con lei il poeta Alberto Masala: la poetessa leggerà poi le sue poesie in siriano, la lingua con cui ancora scrive, assieme a Tita Ruggeri che tradurrà in italiano e al il violino di Valentino Corvino.
Domenica 26 novembre alle ore 16 il professor Carlo Ventura, Professore Ordinario di Biologia molecolare presso l’Università degli Studi di Bologna, dal titolo “Cell Melodies. Il confine tra arte e scienza”. Il professor Ventura, Direttore del Laboratorio Nazionale di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule Staminali dell’INBB – Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi – movimento internazionale che sviluppa un percorso transdisciplinare di Artisti e Scienziati nella convinzione che ogni manifestazione artistica possa parlare alle dinamiche più profonde della nostra biologia. La conferenza affronta un tema complesso e affascinante, quello dei segnali – elettrici, luminosi, sonori – prodotti dall’oscillazione delle cellule, che si configurano come vere e proprie “melodie” cellulari, e della possibilità di convogliare verso le cellule vibrazioni analoghe per attivarle e guidarle in un processo di riparazione. Alle 21.00 si esplorerà l’ultimo confine, quello tra passione e ossessione nella performance/concerto “Un cielo fatto solo d’amore. L’epistolario di Sibilla Aleramo e Dino Campana”, per la regia di Gianni Marras. Saranno Barbara Corradini e Marco Cavicchioli a dare voce ad Aleramo e Campana attraverso le lettere che si scrissero tra il 1916 e il 1918: voci e suoni si rincorrono ad evocare il viaggio fatto di passione, sentimenti, paure, tenerezze, tradimenti e ricongiungimenti, miseria e malattia, tutto sotto “un cielo solo d’amore”. Assieme a loro le musiche di Guglielmo Pagnozzi al clarinetto ed elettronica, il canto di Serena Pecoraro, i synth di Filippo Giuffrè e il violoncello di Giuseppe Franchellucci.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito: data la disponibilità limitata (massimo 99 posti) si consiglia la prenotazione scrivendo all’e-mail: abcprenot@libero.it .
Il programma completo si trova su www.abcbo.it .