Dopo “Taxifollia”, Andrea Tabellini, con il suo secondo libro “Arawan“, ci regala una narrazione che mescola il genere crime con un’ironia affilata e una critica vivace alla realtà sociale e urbana di Bologna. Ambientato in una città che, pur nel suo dinamismo quotidiano, porta con sé vizi, virtù e una profonda verità, il romanzo dipinge un quadro vivido e originale dei suoi protagonisti, tutti intrinsecamente legati alle atmosfere di quartieri, locali e luoghi ben riconoscibili.
Andrea Tabellini presenta il suo secondo romanzo “Arawan” ai nostri microfoni
Il titolo del libro prende ispirazione da un personaggio, Arawan, un buttafuori ivoriano che si inserisce in una trama in cui la città si intreccia con una colonna sonora altrettanto suggestiva. Arawan, infatti, non è solo un nome, ma una canzone che contribuisce a dare ritmo al romanzo, accompagnata da tracce degli Slint e dei Rotten Dirty Bastards. L’intera struttura dell’opera è fortemente influenzata dalla musica, che si fa narrazione di un mondo che va dal Sud America fino a Kreuzberg, passando attraverso il suono ruvido dei Jackson Pollock. Tabellini stesso descrive il libro come «un viaggio musicale», un mix che trova il suo cuore nella città e nei suoi quartieri.
Una delle figure più emblematiche del libro è quella di Arturo Caputo, un maresciallo che unisce la serietà di un investigatore a tratti di un umorismo e insospettata leggerezza. È un amante delle trasmissioni di Maria De Filippi, un dettaglio che aggiunge una vena di ironia che aiuta ad alleggerire il tono più cupo delle indagini. La sua personalità, tra il serio e il grottesco, rappresenta uno dei tratti più originali del libro, che mescola la densità del crime con la verità di una Bologna vista dalla prospettiva di un uomo “del sud”, con una spiccata umanità e una certa “follia positiva”.
La città, con la sua realtà urbana, diventa quasi un personaggio in sé. Si parla di un paesaggio metropolitano che non è solo lo sfondo delle vicende, ma anche il motore che spinge la trama. I quartieri alti, con il loro mix di vizi e virtù, si contrappongono a un’area più “critica”, spesso descritta con uno sguardo che non risparmia nulla. La musica e la cultura si mescolano al racconto di una città che non ha paura di mettersi in gioco, non solo come set di un thriller, ma come entità che riflette su se stessa e sulle sue contraddizioni.
Un altro aspetto fondamentale del libro è l’esperienza quotidiana di Tabellini come tassista, che diventa un osservatorio privilegiato sulla città. Questo punto di vista “da dentro”, che si raccoglie attraverso conversazioni e storie, è un’ulteriore fonte di ispirazione che fornisce a Arawan una dimensione ancora più realistica. “A volte mi viene da dire che è più reale di quello che ascolto dalle notizie della televisione”, ha commentato l’autore. Anche se il romanzo è costruito sulla finzione, molti dei luoghi e personaggi esistono davvero, trasformati dalla fantasia di Tabellini, ma sempre legati alla realtà che conosce.
Il 28 novembre, Arawan sarà presentato ufficialmente al Gallery 16 di Bologna, e l’autore promette un incontro ricco di storie, risate e riflessioni. Un’opportunità per chiudere il cerchio di questo romanzo che unisce generi diversi, tra crime, ironia, critica sociale e, naturalmente, musica. Un libro che, come la città che descrive, è un crocevia di emozioni e sensazioni, con il tutto che trova una sua sintesi perfetta tra le 120 pagine dense di Tabellini.
Con il supporto della casa editrice Booktribù e l’amicizia di Gianluca Morozzi, il romanzo si inserisce nella collana Blackout Edizioni, un progetto che punta a dare voce a nuovi scrittori e che accoglie questa opera con un grande entusiasmo.
In definitiva, Arawan è un lavoro che non si limita a raccontare una storia: offre uno spunto di riflessione sulla nostra quotidianità, sulla musica che la accompagna e sulla città che ci ospita. Un libro che sa essere profondo e, allo stesso tempo, leggero e ironico, come il suo stesso autore.
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