Era da anni che se ne parlava dentro e fuori dalle aule parlamentari, e ora la tutela dell’ambiente e della biodiversità in Costituzione è diventata realtà. A larghissima maggioranza – 468 a favore, 6 astenuti ed un solo contrario – la Camera ha dato l’ok definitivo alla modifica degli articoli 9 e 41. Al primo dei due, che già nella versione originale si occupava di promuovere cultura e ricerca, viene aggiunta la frase «[La Repubblica] tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». Anche la tutela degli animali, tema poco esplorato nel nostro Paese, trova spazio in questa riforma, seppure senza la radicalità che le associazioni animaliste e antispeciste chiedevano. «La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali» si legge nel nuovo articolo 9 della Costituzione.

Anche l’articolo 41 – oggetto di uno storico compromesso tra democristiani e sinistra ai tempi della Costituente – cambia. Per i padri costituenti l’iniziativa economica è libera ma «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Ora questa lista si allunga con la dizione «alla salute, all’ambiente».

L’ambiente entra in Costituzione «ma ora servono i fatti»

Il testo approvato in quattro letture è la sintesi di diverse proposte fatte da buona parte dell’arco parlamentare – da Forza Italia a Leu passando per Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e +Europa. La Lega, che in passato aveva fatto ostruzionismo presentando oltre 250mila emendamenti, questa volta ha votato a favore. Unica forza politica a smarcarsi è Fratelli d’Italia, che ha annunciato libertà di coscienza per i suoi eletti – ed è infatti dalle fila del partito di Giorgia Meloni che vanno cercati i nomi dei (pochi) astenuti.

La reazione della galassia ecologista è tendenzialmente positiva. Legambiente parla di «notizia storica e bellissima», Greenpeace e Wwf esprimono soddisfazione ma avvertono «ora seguano fatti concreti». Più freddo il mondo dei movimenti per il clima. Exctinction Rebellion, alla presa con un duro scontro col Ministro della transizione ecologica Cingolani, non ha ancora commentato la notizia. Fridays For Future sul suo profilo Twitter ha risposto piccatamente al post dello stesso Ministero della Transizione: «Ecco allora visto che è una giornata epocale magari smettiamo con le nuove trivellazioni, di finanziare il gas e iniziamo a darci dentro con la vera transizione🤗🥰» scrivono gli attivisti.

Laura Vallaro, portavoce nazionale del movimento fondato da Greta Thunberg, ha confermato questa linea ai microfoni di Radio Città Fujiko: «Il governo sta già violando le norme appena inserite in Costituzione» ci ha detto la giovane militante ecologista «l’appoggio all’inserimento di combustibili fossili nella tassonomia europea e le politiche della partecipata pubblica Eni solo solo due degli esempi possibili».

Vallaro ci ha parlato anche di Giudizio Universale, la causa contro lo Stato Italiano intentata da decine di associazioni e comitati che denuncia il non rispetto degli accordi firmati a Parigi nel 2015 durante Cop21. «Ci sono esempi vittoriosi di climate litigation, come quello che ha obbligato la Germania a rivedere i suoi target per il clima o la sconfitta di Shell in OLanda. Noi ci ispiriamo a loro”.

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Lorenzo Tecleme