Tre giorni di inaugurazione, che termineranno oggi, per la Consultoria MalaConsilia, il progetto delle studentesse della Mala Educación e di Link Studenti Indipendenti all’interno dell’Università di Bologna. Un nuovo spazio che avrà lo scopo di contrastare la violenza di genere, presente anche nell’Ateneo di Bologna, di ascoltare e orientare le persone verso i servizi già presenti in città e di dare vita ad una comunità politica per discutere e riflettere sul tema.
“L’idea è nata già due anni fa all’interno del collettivo Mala Educación – racconta ai nostri microfoni Noemi, attivista dello spazio – sulla scia di quelli che erano i consultori femministi negli anni ’70, ma che oggi però vivono una depoliticizzazione”.

Esperienze contemporanee analoghe esistono già in diverse parti d’Europa e ora anche l’Università di Bologna ha uno spazio, che si trova in via Filippo Re 2.
La Consultoria MalaConsilia sarà uno spazio autogestito, che prevede uno sportello universitario contro le discriminazioni e la violenza di genere, un punto di riferimento a cui rivolgersi per il contrasto alle molestie sessuali dentro e fuori la comunità accademica, per fare rete e facilitare l’accesso all’assistenza sociosanitaria e il contatto con le organizzazioni e le associazioni con esperienza e sensibilità storica sul territorio. Ma anche per forme di intervento più vicine alla tradizione dei movimenti, come il self-help e il mutualismo.

Il lancio della Consultoria è stato anticipato da una ricerca realizzata proprio sul tema delle molestie, delle discriminazioni e della violenza di genere all’interno dell’Alma Mater. “I dati che ne emergono sono allarmanti – si legge in un comunicato – Il 26% del campione è stato costretto a rinunciare alle cure mediche per le difficoltà legate all’accesso, il 30% ha incontrato discriminazioni di genere direttamente nei materiali didattici, più di metà del campione ha subito o assistito a discriminazioni e molestie in Università”.
Sebbene l’Ateneo di Bologna rappresenti un contesto più sicuro di altri, i servizi antidiscriminatori previsti finora riguardano solo i docenti e il personale, mentre studentesse e studenti ne sono esclusi.
“Proprio per questo stiamo elaborando un regolamento contro le molestie per le studentesse e gli studenti dell’Università di Bologna“, sottolinea Noemi.

Le prime due giornate di inaugurazione hanno visto una grande partecipazione. In particolare, si è tenuto un giorno di discussione sulle produzioni pornografiche femministe con il progetto Inside Porn, mentre ieri è stato proiettato il documentario autoprodotto “Le ragazze dello Zoo di Bologna”, lungometraggio che racconta la storia del progetto attraverso le voci del movimento femminista ed LGBTQIA+ bolognese.
Oggi, infine, si terrà l’ultimo giorno di inaugurazione, che prevede la mostra fotografica “Ahora a qui estamos” e una festa con una dj della Collettiva Elettronika.

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